14/03/2018 - 12:45

ASviS e Urban@it pubblicano l’Agenda urbana per lo sviluppo sostenibile

L’Agenda urbana per lo sviluppo sostenibile propone il coordinamento delle politiche urbane secondo i 17 Obiettivi di sviluppo sostenibile dell’Agenda 2030 dell’Onu per rendere più efficaci i programmi di governo delle città, nel rispetto degli orientamenti internazionali. Individua 23 target quantitativi da raggiungere entro il 2030. L’ANCI accetta la sfida e ripropone al Governo l’adozione di un’Agenda urbana nazionale che sostenga l’azione dei singoli sindaci.

 sviluppo sostenibile

Coordinare le politiche urbane per “rendere le città e gli insediamenti umani inclusivi, sicuri, resilienti e sostenibili”, come previsto dall’obiettivo 11 dell’Agenda 2030 dell’ONU per lo sviluppo sostenibile, e individuare obiettivi quantitativi su cui orientare l’azione delle autorità pubbliche (governo, regioni, comuni) e valutarne le performance. Con queste finalità nasce l’Agenda Urbana per lo Sviluppo Sostenibile pubblicata oggi dall’Alleanza italiana per lo Sviluppo Sostenibile (ASviS) e dal Centro nazionale di studi per le politiche urbane (Urban@it) e scaricabile dal sito www.asvis.it.  L’Agenda Urbana, elaborata con il contributo di decine di esperti della materia, mostra come i sindaci possano trarre ispirazione dall’Agenda 2030 per affrontare in modo coordinato problemi cruciali delle nostre città, dalla lotta alla povertà all’efficienza energetica, dalla mobilità sostenibile all’inclusione sociale. Come indicato nell’introduzione del Sindaco di Bari e Presidente dell’Anci, Antonio Decaro, con questo documento i comuni italiani accettano la sfida posta dagli Obiettivi per lo sviluppo sostenibile dell’Agenda 2030 e ribadiscono l’urgenza dell’adozione di una “Agenda urbana nazionale”.
Infatti, il contributo che le città possono dare al raggiungimento dei 17 Obiettivi di sviluppo sostenibile (Sustainable Development Goals, SDGs nell’acronimo inglese) a livello nazionale è considerevole, specialmente per ciò che concerne la lotta alla povertà, l’abbandono scolastico, la qualità dell’aria, la disponibilità di aree verdi, la qualità delle reti idriche, il consumo di suolo, il disagio abitativo, la mobilità e la cultura. Per questo il documento pubblicato oggi illustra, adottando gli indicatori Eurostat sul grado di urbanizzazione e legando i 17 Obiettivi di sviluppo sostenibile dell’Agenda 2030 ai 12 temi prioritari dell’Agenda urbana per l’Unione Europea, come le amministrazioni delle città, specialmente delle città metropolitane, possano utilizzare la ricerca della sostenibilità economica, sociale e ambientale come quadro di riferimento per gestire le politiche di loro competenza in modo innovativo, superando quelle logiche settoriali che spesso caratterizzano gli interventi, pur utili per migliorare la qualità della vita dei cittadini, realizzati sul medesimo territorio da soggetti diversi.

L’Agenda Urbana per lo Sviluppo Sostenibile si articola in tre capitoli. Il primo mostra la necessità che il Governo definisca, in collaborazione con gli enti locali, un’Agenda urbana nazionale basata sugli Obiettivi di sviluppo sostenibile dell’Agenda 2030 e su target quantitativi definiti per le aree urbane. In questo modo, sarebbe possibile definire un’articolazione urbana della “Strategia nazionale per lo sviluppo sostenibile (SNSvS)” approvata dal CIPE il 22 dicembre 2017. Il secondo capitolo richiama le varie definizioni di territorio urbano e motiva la scelta di utilizzare la definizione dell’Eurostat basata sul “grado di urbanizzazione” (Degree of urbanisation), la quale consente di superare le classiche separazioni tra grandi e piccole città. Il terzo capitolo è articolato in paragrafi corrispondenti ai 17 Obiettivi dell’Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile, per ognuno dei quali vengono individuate le corrispondenze con i 12 temi prioritari dell’Agenda urbana per l’Unione Europea (il cosiddetto “Patto di Amsterdam”) e con gli obiettivi della Strategia nazionale per lo sviluppo sostenibile. Per ogni Obiettivo vengono illustrati i target internazionali, la posizione attuale dell’Italia, gli obiettivi nazionali (sono 23) e le azioni necessarie per raggiungerli.

L’Agenda Urbana per lo sviluppo sostenibile non solo rappresenta una straordinaria fonte di dati per chi vuole valutare lo stato delle città del nostro Paese rispetto agli obiettivi sui quali l’Italia si è impegnata in sede internazionale, ma soprattutto propone uno strumento di lavoro concreto al Governo, alle amministrazioni locali e alle organizzazioni della società civile che operano, spesso a fianco di queste ultime, per rendere migliori le nostre città. Ad esempio, con riferimento a tre delle 17 aree considerate:
·    per quanto riguarda la qualità dell’aria, nel 2014 il 20,1% della popolazione urbana italiana era esposto a concentrazioni eccessive di polveri sottili (Pm 2,5 e Pm 10), valore nettamente superiore a quello medio delle città europee (15,9%), e l’Italia aveva il più alto numero di morti premature correlate al Pm 2,5 (quasi 60mila) e agli altri inquinanti atmosferici come l’ozono e il biossido d’azoto. L’Agenda propone come obiettivo per le aree urbane il rispetto del limite massimo stabilito dall’Oms per il particolato sottile (2,5 µg/mc, più restrittivo di quello europeo) entro il 2025, da realizzare attraverso una serie di azioni, tra cui un Piano di azione nazionale integrato che coinvolga i trasporti, gli impianti di riscaldamento delle abitazioni, l’industria e le infrastrutture verdi.
·    Anche la situazione dell’Italia per ciò che concerne la povertà e l’esclusione sociale è più critica di quella media europea e in peggioramento: infatti, sono tre i milioni di persone in tali condizioni in più rispetto al 2008, mentre l’obiettivo nazionale della “Strategia Europa 2020” era la loro riduzione di 2,2 milioni. Ebbene, l’Agenda propone come obiettivo per le aree urbane una riduzione di 1,7 milioni di persone rispetto al 2008 entro il 2025, da realizzare attraverso l’estensione e il potenziamento del Reddito di inclusione, assicurando la qualità dei servizi di accompagnamento in tutte le regioni d’Italia, lo sviluppo del welfare locale, l’elaborazione del Piano nazionale di lotta alla povertà e all’esclusione sociale.
·    Infine, per ciò che riguarda le abitazioni, va sottolineato come la popolazione in condizione di grave disagio abitativo nelle città italiane era l’11,3% nel 2015, a fronte di una media europea del 5,2%. L’obiettivo proposto dall’Agenda è di portare al di sotto del 4% il valore entro il 2030 attraverso l’elaborazione di un Piano strategico per le città italiane a 10 anni, come evoluzione dell’esperienza dei bandi per le periferie, di una Strategia nazionale per la rigenerazione urbana e le periferie per gli aspetti sociali, di sicurezza e di riqualificazione energetica del patrimonio edilizio esistente, potenziando il Piano casa (legge n. 80 del 2014) e attuando l’accordo Governo–Anci per l’accoglienza dei rifugiati. 

Marilisa Romagno
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