10/05/2018 - 12:28

Ambiente: in Italia più riciclo di rifiuti tecnologici e meno Co2

Da agosto 2018 molti prodotti entreranno a far parte del mondo delle apparecchiature elettriche ed elettroniche: carte di credito con chip, biciclette elettriche, prese elettriche multiple e molto altro. Si prevedono 13/15 mila posti di lavoro in più, 98/112 milioni di euro di valore economico associato alle emissioni risparmiate e 1.250milioni di euro di risparmio nell’acquisto di materie prime.

 

 

rifiuti tecnologici

Importanti cambiamenti in vista per la raccolta dei rifiuti da apparecchiature elettriche ed elettroniche (RAEE), che comporteranno un grande aumento dei volumi di apparecchiature da gestire, conseguenza del passaggio dalle attuali 825.000 tonnellate immesse al consumo a circa 2 milioni all’anno a partire dal 2018 (1,2 milioni di tonnellate in più).
A oggi circa 8.000 aziende adempiono alle obbligazioni del Decreto RAEE in quanto Produttori di apparecchiature elettriche ed elettroniche, che rientrano in un ambito di applicazione cosiddetto “chiuso” in quanto relativo ad un definito elenco di 10 specifiche categorie di prodotti. A partire dal 15 agosto 2018, con l’entrata in vigore del sistema “open scope” saranno considerati AEE, oltre agli attualiprodotti tecnologici a fine vita, anche tutte le apparecchiature non esplicitamente escluse.

Questo incremento porterà positivi risvolti socio-economici rispetto alla situazione attuale:

·    13/15 mila posti di lavoro in più
·    98/112 milioni di euro di valore economico associato alle emissioni risparmiate
·    1.250 milioni di euro di risparmio nell’acquisto di materie prime

Per non parlare degli aspetti ambientali: se i target di raccolta saranno raggiunti, infatti, il passaggio al nuovo sistema determinerà anche un netto calo delle emissioni di CO2 pari a 2,2/2,5 milioni di tonnellate all’anno. Dal 2018, però, non solo aumenterà il numero delle apparecchiature elettriche ed elettroniche immesse al consumo, ma diventeranno rifiuti tecnologici anche molti prodotti che oggi non sono considerati tali. Per fare qualche esempio, ecco alcuni prodotti che, a fine vita,potrebbero essere RAEE:

·    carte di credito con chip
·    biciclette elettriche o con pedalata assistita
·    stufe a pellet
·    prese elettriche multiple e tutte le tipologie di prolunghe
·    montascale per diversamente abili
·    apparecchiature di automazione per cancelli, tende e chiusure elettriche

In più, anche sul fronte dei produttori di apparecchiature elettriche ed elettroniche coinvolti, si registrerà un significativo aumento pari a 6-7 mila aziende, da agosto 2018 in avanti.La Direttiva 2012/19/EU - e le sue successive estensioni normative - che regolamenta il settore dei RAEE impone il raggiungimento di un target di raccolta del 45% dell’immesso al consumo nel triennio 2016-2018, che salirà verso un obiettivo di raccolta pari all’85% dei RAEE generati o al 65% dell’immesso al consumo, a partire dal 2019. Oggi, in Italia, è avviato al riciclo solo il 40% dell’immesso al consumo.

“Gli obiettivi europei per la società del riciclo sono sempre più stringenti e l’Italia ha le potenzialità per posizionarsi tra i Paesi leader nel raggiungimento degli impegnativi target comunitari” – ha commentato Danilo Bonato, Direttore Generale di Remedia – “Remedia è stato il primo interlocutore del settore a promuovere uno studio, realizzato grazie alla collaborazione con IEFE-Bocconi, sul futuro dell’industria elettronica e sulla Direttiva Europea in materia di RAEE. È importante saper interpretare l’evoluzione del sistema di gestione dei RAEE in una prospettiva di economia circolare, che faccia leva su eco-design, impiego di materia riciclata e politiche di prevenzione attraverso il riutilizzo sicuro e garantito delle vecchie apparecchiature”.

“Il nostro Consorzio”– ha concluso Bonato –“continuerà ad affiancare i produttori e gli operatori del settore per sviluppare strategie idonee ad affrontare il cambiamento che si profila all’orizzonte e a cogliere le nuove opportunità di crescita dei volumi di rifiuti avviati ad un riciclo ambientalmente corretto. L’industria del riciclo e della valorizzazione della materia, se inserita in un contesto di economia circolare, può costituire una fondamentale leva di sviluppo per il nostro Paese, capace di generare 50 miliardi di euro di valore aggiunto e 100.000 posti di lavoro nell’arco dei prossimi 5 anni. Un’occasione che non possiamo perdere”.

Molte aziende saranno coinvolte in questo importante cambiamento normativo. Remedia è impegnata anche nel diffondere una corretta informazione alle imprese e a supportarle, anche attraverso le associazioni industriali di settore, nell’implementazione degli adempimenti normativi, adeguando l’organizzazione e i sistemi in modo da minimizzare gli impatti e sfruttare eventuali opportunità e sinergie di mercato. Tra i momenti di confronto con i Produttori realizzati da Remedia, si è tenuto ieri a Milano un workshop organizzato dalla Camera di Commercio di Milano Monza Brianza, sul tema “La commercializzazione di prodotti e componenti elettrici ed elettronici: adempimenti e novità normative”.

Marilisa Romagno
autore
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