Acqua pubblica vs. acqua privata

Dopo l'approvazione del Decreto 135/2009 (art.15, che obbliga i Comuni ad affidare la gestione dei servizi pubblici a rilevanza economica a favore di società da individuare con procedure competitive ad evidenza pubblica o, in alternativa a società a partecipazione mista pubblica e privata con capitale privato non inferiore al 40%). a novembre 2009, che riconosce nel servizio idrico un servizio a rilevanza economica - cui segue l'obbligo di sottostare alle leggi della libera concorrenza - il Forum italiano dei movimenti per l'acqua ha lanciato diverse iniziative mirate a restituire la gestione del servizio idrico agli enti locali.
Una di queste è la campagna per la modifica degli statuti comunali e provinciali. In concreto i cittadini possono promuovere - e di fatto questo è avvenuto in diversi comuni italiani - delle raccolte firme all'interno del territorio della propria Provincia e comune, per stimolare il Consiglio Comunale o Provinciale a deliberare una modifica allo Statuto comunale che riconosca il servizio idrico come servizio pubblico locale e quindi privo di rilevanza economica. In questo modo l'ente locale può riappropriarsi della gestione del servizio idrico integrato contrastando il processo di privatizzazione.
Tra le cose che non vanno giù al movimento, la generale diminuzione degli investimenti nella rete a fronte dell'aumento delle tariffe e le previsioni di aumento della fornitura di acqua - con maggiori guadagni a carico dei gestori - in controtendenza con la generale necessità di risparmio idrico a fronte dei cambiamenti climatici in corso. Ora il Forum prepara una manifestazione nazionale il 20 marzo a Roma, in cui si rilancia anche il tema della democrazia partecipativa attraverso la possibilità delle comunità locali di riappropriarsi della gestione dei beni comuni.