01/01/2013 - 01:00

Abruzzo, parte il progetto Wolfnet

Il lupo, dopo aver snobbato per qualche decennio la dorsale appenninica è tornato - seppur lentamente- a ripopolare il vecchio areale e sta colonizzando nuove aree fino alle alpi occidentali.
Questo però rappresenta un grosso problema soprattutto per il settore zootecnico che lo vedo come una vera e propria minaccia. Un problema che ha l'esigenza di essere affrontato e gestito per evitare da una parte attività di persecuzioni illecite dal momento che il lupo è una specie protetta sia al livello nazionale che internazionale, dall'altra monitorarne la presenza e prevedere azioni mirate così da fornire risposte concrete al settore che si sente maggiormente minacciato.
Ed è con questi obiettivi che nasce in Abruzzo il progetto Wolfnet, il cui ente beneficiario e coordinatore è il Parco nazionale della Majella e come beneficiari associati i Parchi nazionali del Pollino, delle foreste Casentinesi, monte Falterona e Campigna, la provincia dell'Aquila, l'Istituto zooprofilattico sperimentale delle regioni Lazio e Toscana e Legambiente. Il progetto da un miliardo e 600 milioni, ha come principale finanziatore l'Ue mentre altri 8 enti pubblici, tra riserve naturali, parchi nazionali e regionali, province appenniniche, hanno cofinanziato il progetto, e tutte le regioni i cui territori sono interessati dallo sviluppo delle attività hanno reso il loro supporto istituzionale.
L'obiettivo principale di Wolfnet è quello di sviluppare ed applicare, in modo coordinato, modelli ideali di tutela e gestione del lupo nel contesto delle montagne appenniniche. Questo significa ridurre il conflitto lupo-zootecnia attraverso la standardizzazione, coordinamento ed implementazione del sistema accertamento del danno-indennizzo-prevenzione-mitigazione basato sulle specifiche realtà territoriali; contrastare il fenomeno delle mortalità illegali mediante azioni mirate alla riduzione e/o soppressione della persecuzione diretta nei confronti della specie; ridurre i rischi sanitari in grado di incidere sfavorevolmente sulla dinamica di popolazione del lupo.
E infine minimizzare l'impatto delle attività antropiche che possono arrecare disturbo nei siti e nei periodi riproduttivi e alle diverse fasi del ciclo biologico della specie.
Ma tra gli obiettivi c'è anche quello di esportare un modello gestionale, sostenibile sul lungo termine e rimodulato sulle caratteristiche locali ecologiche e socio-economiche, all'interno di altre aree protette e/o territori non protetti della rete Appennino parco d'Europa (Ape). Le azioni previste consistono nella creazione di un network istituzionale per l'unificazione delle procedure decisionali relative alla gestione del lupo e per una conservazione condivisa della specie all'interno di Ape; implementazione delle procedure di accertamento dei danni causati dal lupo alla zootecnia; strategie mirate di prevenzione del fenomeno delle predazioni sul bestiame e mitigazione del conflitto lupo-zootecnia, adattate alle realtà locali e non sviluppate su criteri generalisti. Si prevedono inoltre attività diagnostiche e specialistiche medico-legali ed investigative di contrasto alla persecuzione illegale nei confronti del lupo, mediante le attività dei medici veterinari dei parchi e la istituzione, nei tre parchi nazionali coinvolti, di gruppi operativi specialistici (Gos). Infine è prevista la tutela dei nuclei riproduttivi di lupo e il rilevamento precoce delle situazioni di rischio.
Tommaso Tautonico
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