01/01/2013 - 01:00

Lotta all'illegalità, tutela dell'ambiente e nuovi mercati

Ecopneus e l'Agenzia delle Dogane firmano un protocollo d'intesa per la lotta al traffico illecito di Pneumatici Fuori Uso (PFU. Le nuove mappe dell'illegalità nel settore dei PFU con focus su Regioni, Province e Comuni. I risultati dei primi mesi di attività della Società Consortile e i piani di sviluppo per il 2012.
La cultura della legalità, la creazione di nuovi mercati e la sostenibilità ambientale, rappresentano oggi le sfide più importanti che la società e l'industria stanno affrontando per la costruzione in Italia di una vera recycling society: un cambiamento epocale, accelerato dalla crisi economica ed energetica e dal depauperamento delle risorse.
In questo scenario l'industria del recupero dei Pneumatici Fuori Uso, può e vuole giocare un ruolo da protagonista. Il sistema di gestione dei PFU, partito con il D.M 11 aprile 2011 N. 82, può contribuire a liberare il Paese dall'illegalità e a produrre nuova economia e posti di lavoro; un contributo, seppur piccolo e specifico, al riposizionamento dell'Italia, alla crescita di un'industria del riciclo qualificata, allo sviluppo tecnologico e all'innovazione di prodotto e di mercato. Ecopneus, società senza scopo di lucro che si occupa dal 2011 della gestione dei Pneumatici Fuori Uso (PFU) in Italia, responsabile di maggior peso in un settore dalle elevate potenzialità industriali, traccerà - insieme al Ministro dell'Ambiente Corrado Clini, a rappresentanti del mondo delle Istituzioni, delle Aziende e delle Forze dell'Ordine - un primo bilancio delle attività e presenterà il cammino intrapreso per contribuire in modo decisivo nei prossimi anni alla crescita del nostro Paese.

Cultura della legalità
Negli ultimi 10 anni si è assistito in Italia al proliferare di un vero e proprio mercato nero dei PFU, che ha determinato rilevanti problemi ambientali, causato enormi danni economici alle casse dello Stato e pregiudicato le attività delle aziende che operano correttamente nel mercato, private di preziosa materia prima da trattare. Nel solo 2011 sono state individuate 286 discariche abusive di PFU per un'estensione complessiva di oltre 882.000 metri quadrati. Dal 2005 ad oggi i traffici illeciti di rifiuti hanno coinvolto 16 regioni italiane, e, sia come porti di transito sia come meta finale di smaltimento, alcuni stati esteri, tra cui: Cina, Hong Kong, Malesia, Russia, India, Egitto, Nigeria e Senegal. L'evento rappresenterà la cornice nella quale saranno presentate le mappe dettagliate dell'illegalità nel mondo dei PFU con focus su Regioni, Provincie e Comuni Italiani e sarà firmato un protocollo d'intesa con l'Agenzia delle Dogane per contrastare e possibilmente eliminare i traffici illeciti di PFU su scala internazionale.

Creazione di Nuovi Mercati
Nel 2011, in solo quattro mesi di attività - dal 7 settembre, con l'avvio ufficiale delle attività, sino al 31 dicembre 2011 - Ecopneus ha raccolto e avviato al recupero 72.468 tonnellate di PFU. Ad oggi, maggio 2012, siamo arrivati a quota 190.000 tonnellate. Dei PFU raccolti nel 2011, circa il 70% è stato avviato recupero energetico a causa della mancanza di un reale sviluppo del mercato dell'impiego delle materie prime seconde. Partendo dalla decennale esperienza americana nell'utilizzo del polverino di gomma per la realizzazione di strade che offrono prestazioni significative a livello ambientale e che possono rivestire un ruolo cruciale per la sicurezza degli utenti della strada, si affronterà il tema dello sviluppo, nel medio-lungo periodo, di una strategia industriale che risponda agli indirizzi dell'Unione Europea in materia di Green Public Procurement che permetta la creazione di un mercato forte, stabile e articolato per il reimpiego dei materiali derivati dai PFU e che riequilibri il rapporto tra recupero energetico e riciclo a favore di quest'ultimo.

Sostenibilità ambientale
In occasione dell'evento, Ecopneus presenterà il Primo Report di Sostenibilità, impostato e redatto seguendo le indicazioni del Global Reporting Initiative (GRI) - lo standard internazionale di rendicontazione della sostenibilità. Seguendo i principi di trasparenza e tracciabilità del proprio operato nei confronti della società e degli stakeholder, la Società Consortile presenterà non solo i risultati in termini di sostenibilità ma fornirà una puntuale rendicontazione dell'utilizzo delle risorse raccolte attraverso il contributo ambientale.
Allegati:
Marilisa Romagno
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