16/01/2015 - 17:38

ONU: stop al piombo in ambiente entro il 2017, i proiettili dovranno essere in leghe non tossiche

Così hanno deliberato e stabilito 115 paesi Italia compresa, storica decisione dell’ONU riunita a Quito nella seconda settimana di novembre 2014, basta piombo nelle cartucce da caccia, questo metallo pesante è pericoloso per l’uomo per l’ambiente e per tutti gli animali.
Una decisione importantissima ma arrivata purtroppo tardi, oramai l’inquinamento determinato dalla semina a pioggia del piombo si è sedimentato su vastissime aree ora fortemente contaminate.

Se prendiamo ad esempio il caso della provincia di Vicenza, dove la pressione venatoria ha pochi eguali in Italia, dai primi anni 60 ad oggi, i suoi ventimila cacciatori, hanno sparato in ambiente la cifra iperbolica di quattordicimila tonnellate di piombo!

Per fare un paragone, l’equivalente di 810 autobetoniere a quattro assi o circa 18.000 automobili utilitarie.

Una massa enorme di questo pericolosissimo metallo è stato disseminato nei boschi e nelle zone coltivate, in particolare concentrato per oltre il sessanta per cento nella fascia pedemontana dove si registra la grande autostrada per la migrazione dei passeriformi.

Nella vallata dell’Agno e nelle Piccole Dolomiti si concentra la più intensa attività venatoria, sono stati seminati mediamente 126 chilogrammi per ettaro di piombo nel territorio agro-silvo-pastorale, vale a dire 12,50 grammi per metro quadro.

Per effetto delle densità del terreno di questi luoghi e delle radici, il piombo non si disperde in profondità ma tende a stazionare nei primi uno/due centimetri di suolo, creando una concentrazione di 436 mg/kg; tenendo presente che la concentrazione massima di questo metallo stabilito dal D.L. n° 152 del 3 aprile 2006 fissa in 100 milligrammi per ogni chilogrammo di terreno, si evince che i valori oggi potrebbero essere superati di ben quattro volte il limite massimo.

Questi dati sono avvallati anche dalle analisi sperimentali di laboratorio effettuate nel 2011 dal C.P.V. su campioni di terreno prelevati in provincia di Vicenza, zona “Ca’ Vecia” di Carrè e “ai Rondini”di Nogarole.
A contatto con l’acidità del terreno il piombo comincia il suo lento processo inquinando acqua coltivazioni, piante funghi erbe e animali che si cibano di queste, entrando direttamente nella catena alimentare umana anche tramite il consumo dei derivati, quali, miele latte e uova.

La pericolosità di questo metallo pesante non è in discussione e, in quanto tossico, è stato bandito l’uso in idraulica, nei giocattoli, vernici, carburanti ecc. però solo in questi ultimi anni sono stati avviati studi che hanno dimostrato l’estrema pericolosità che porta la dispersione del piombo in ambiente.

I dati diramati dai più importanti studi scientifici Americani, supportati anche dal nostro massimo organismo scientifico in materia l'Istituto Superiore per la Ricerca Ambientale, sono perentori, consumare selvaggina abbattuta con munizioni di piombo è pericoloso per la salute.

I ricercatori hanno chiarito che con la cottura ad alte temperature il piombo rilascia sostanze tossiche, inoltre una parte di questo metallo sparato che colpisce gli animali per una serie di motivi si frantuma,  queste piccole particelle ingerite tendono a stazionare nell’organismo umano.
La rivista medica Plos One, ha rivelato inoltre che chi si alimenta con queste modalità come ad esempio i cacciatori, superando alcuni valori di concentrazione di questo elemento nel sangue, si ha un netto abbassamento del quoziente intellettivo, fino ad arrivare a ritardi mentali gravi.

Attenzioni particolari chiedono i ricercatori per i soggetti più deboli quali donne in gravidanza e bambini, sottolineando come l’esposizione al piombo può danneggiare lo sviluppo del cervello e del sistema nervoso.

"Con questi dati bisogna fermarsi subito!" ha esordito il portavoce del C.P.V. Renzo Rizzi, "il piombo è già stato bandito in molti altri paesi, le munizioni alternative ci sono e vengono usate anche in Veneto.
In queste condizioni non vi sono scusanti, non si può attendere il 2017 e permettere il riversamento di altre 1.200 tonnellate di piombo in tutto il Veneto.
Al presidente Regionale Luca Zaia, del quale ricordo uno slogan "prima i Veneti" voglio dire: dimostri di avere a cuore veramente la loro salute e si faccia promotore di un immediato intervento; al presidente della Provincia più a rischio Achille Variati, che ha saputo come Sindaco portare in alto il comune di Vicenza nella graduatoria della vivibilità, chiedo di darci un segnale forte per la salvaguardia dell’ambiente della nostra bistrattata ma fantastica provincia e ai cacciatori che praticano questo sport e sono "loro malgrado" gli artefici di questo autentico disastro ambientale, di farsi immediatamente promotori del cambiamento, per dimostrare una volta tanto anche con i fatti che sono in grado di rispettare l’ambiente".
Andrea Pietrarota
Direttore Responsabile