13/12/2014 - 15:54

Alimentare, in vigore nuove regole per l'etichettatura. Ecco cosa cambia

Oggi, 13 dicembre, è entrato in vigore il regolamento europeo 1169/2011 che detta nuove norme in materia di etichettatura dei prodotti alimentari.
Lo scopo della normativa è quello di offrire ai consumatori informazioni essenziali, leggibili e comprensibili per effettuare acquisti consapevoli. Inoltre, per ragioni di salute pubblica, le nuove norme rafforzano la protezione contro gli allergeni.
 
Ma vediamo nel dettaglio di cosa si tratta. Il regolamento si applica agli operatori del settore alimentare in tutte le fasi della catena alimentare e a tutti gli alimenti destinati al consumatore finale, compresi quelli forniti dalle collettività, e a quelli destinati alla fornitura delle collettività.
 
In particolare la nuova legge stabilisce che né l'etichettatura, né la presentazione dei prodotti alimentari, né la pubblicità di tali prodotti deve: indurre il consumatore in errore sulle caratteristiche, le proprietà o gli effetti o attribuire a un prodotto alimentare la proprietà di prevenire, trattare o guarire una malattia umana (fatta eccezione per le acque naturali minerali e gli alimenti destinati a un particolare utilizzo nutrizionale, per i quali esistono disposizioni specifiche).
 
Ecco in sintesi gli elementi principali delle nuove norme europee sull'etichettatura alimentare: 
 
 - Etichette più chiare e leggibili. Le indicazioni obbligatorie dovranno essere scritte con caratteri più chiari e grandi, con una dimensione minima di almeno 1,2 mm (o 0,9 nel caso di confezioni piccole).
 
- Evidenza del responsabile dell'alimento. Tra le informazioni obbligatorie, oltre al nome, deve esserci l'indirizzo del responsabile dell'alimento, ossia l'operatore con il cui nome o con la cui ragione sociale è commercializzato il prodotto. 
 
- Allergeni in risalto. Le sostanze allergizzanti o che procurano intolleranze (come derivati del grano e cereali contenenti glutine, sedano, crostacei, anidride solforosa, latticini contenenti lattosio) dovranno essere indicate con maggiore evidenza rispetto alle altre informazioni, ad esempio sottolineandole o mettendole in grassetto nella lista degli ingredienti. Anche i ristoranti
e le attività di somministrazione di alimenti e bevande dovranno comunicare gli allergeni, tramite adeguati supporti (menù, cartello, lavagna o registro), ben visibili all'avventore.
 
- Più trasparenza sugli oli e grassi utilizzati. Non sarà più possibile ingannare il consumatore celando, dietro la definizione generica di "oli vegetali" o "grassi vegetali", l'utilizzo di oli o grassi tropicali a basso costo (per esempio olio di palma).
 
- Stato fisico del prodotto. Dovranno essere indicati con accuratezza i trattamenti subiti dal prodotto o anche dall'ingrediente. 
 
- Informazioni sul congelamento e scongelamento. In caso di carne e pesce congelato e preparazioni congelate di carne e pesce congelato non lavorato, andrà indicata la data di congelamento. Nel caso di alimenti che sono stati congelati prima della vendita e sono venduti decongelati, la denominazione dell'alimento è accompagnata dalla designazione "decongelato".
 
- Indicazione di ingredienti sostitutivi. Per tutelare il consumatore da indicazioni ingannevoli, quando si sostituisce un ingrediente normalmente utilizzato, in un particolare prodotto, con un altro ingrediente, come ad esempio i sostituti del formaggio, l'ingrediente succedaneo impiegato va specificato immediatamente accanto al nome del prodotto, utilizzando per la stessa caratteri adeguati (pari almeno al 75% a quelli utilizzati per il nome del prodotto).
 
- Alimenti contenenti caffeina. Per i bambini e le donne in gravidanza e in allattamento sono previste avvertenze particolari per determinati alimenti contenenti caffeina, per esempio i cosiddetti "energy drinks".
 
- Scadenza ripetuta sulle monoporzioni. La data di scadenza dovrà essere riportata su ogni singola porzione preconfezionata e non più solo sulla confezione esterna. 
 
Ma la nuova normativa secondo la Coldiretti non chiarisce del tutto le contraddizioni in materia di tutela dei prodotti alimentari. Secondo l'associazione agricola "oltre la metà della spesa resta anonima per colpa delle contraddittoria normativa comunitaria che obbliga ad indicare la provenienza nelle etichette per la carne bovina, ma non per i prosciutti, per l'ortofrutta fresca ma non per i succhi di frutta, per le uova ma non per i formaggi, per il miele ma non per il latte".
 
Bisogna riconoscere però che le nuove norme danno maggiore evidenza sulla presenza di sostanze allergizzanti o che procurano intolleranze all'indicazione del tipo di oli e grassi utilizzati, dalla data di congelamento alle informazioni sullo stato fisico degli ingredienti utilizzati in modo ad esempio da non poter utilizzare il termine "latte", se si usa latte in polvere o proteine del latte, continua l'associazione. 
 
Si tratta dunque di un passo in avanti, ma non è sufficiente. Le nuove regole non impediscono "gli inganni del finto Made in Italy" precisa ancora la Coldiretti. Sugli scaffali "due prosciutti su tre venduti come italiani sono provenienti da maiali allevati all'estero, ma anche tre cartoni di latte a lunga conservazione su quattro che sono stranieri senza indicazione in etichetta, oltre un terzo della pasta ottenuta da grano che non è stato coltivato in Italia all'insaputa dei consumatori e la metà delle mozzarelle che sono fatte con latte straniero o addirittura semilavorati industriali (cagliate) provenienti dall'estero". "In altre parole contiene materie prime straniere circa un terzo (33 per cento) della produzione complessiva dei prodotti agroalimentari venduti in Italia ed esportati con il marchio Made in Italy, all'insaputa dei consumatori ed a danno delle aziende agricole" aggiunge l'associazione agricola. 
 
"Nel regolamento ci sono delle novità importanti che vanno nella direzione giusta. Mi riferisco per esempio alla dimensione dei caratteri che dovrà essere adeguata alla dimensioni del prodotto e alla specifica di alcuni ingredienti come gli oli e i grassi vegetali. Per noi garantire un'informazione corretta e adeguata ai consumatori è una questione cruciale e per questo in Italia vogliamo andare ancora oltre, in particolare sull'origine delle materie prime" afferma il ministro delle Politiche agricole, Maurizio Martina, commentando le nuove norme.
 
"Con questo obiettivo, dal 7 novembre scorso, abbiamo aperto sul sito del ministero una consultazione pubblica per sapere cosa i cittadini vogliono leggere sull'etichetta. Il sondaggio sarà aperto fino a fine gennaio e sono già 15mila le persone che hanno dato le loro risposte. Le useremo per proporre a Bruxelles nostre norme nazionali che rafforzino ancora la tutela del consumatore" aggiunge il ministro. 
 
Clicca qui per partecipare alla consultazione pubblica sull'etichettatura dei prodotti agroalimentari. 
 
 
Rosamaria Freda
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