25/11/2014 - 14:04

Strategia marina, Velo: Italia a buon punto su attuazione direttiva Ue

Ne abbiamo parlato qualche giorno fa da Livorno, dove si sono tenuti gli Stati generali del Mare, e torniamo a parlarne per capire meglio come si stia muovendo concretamente il nostro Paese sul fronte dell'inserimento del tema del mare nelle politiche ambientali nazionali
Dopo la creazione della Carta di Livorno, che ha focalizzato i pilastri fondamentali di cui deve dotarsi una nuova strategia marina, non possiamo non chiederci a che punto sia il nostro Paese sulle attività previste per l'attuazione dalla direttiva Europea sulla strategia marina, il provvedimento che pone come obiettivo agli Stati membri di raggiungere entro il 2020 il buono stato ambientale (GES, "Good Environmental Status") per le proprie acque marine. 
 
Ma cosa prevede questo testo? La direttiva, data la natura transfontaliera dell'ambiente marino, chiama gli Stati membri a cooperare per garantire che le relative strategie siano elaborate in modo coordinato per ogni regione o sottoregione marina. Inoltre per assicurare acque marine pulite sane e produttive il provvedimento stabilisce che vangano messi a punto strumenti coordinati, coerenti e ben integrati con quanto previsto da atti normativi comunitari già esistenti (quali ad esempio trasporti, pesca, turismo, infrastrutture, ricerca) e accordi internazionali, spiega l'Ispra.
 
Non solo. La direttiva quadro stabilisce inoltre che gli Stati membri elaborino una strategia marina che si basi su una valutazione iniziale, sulla definizione del buono stato ambientale, sull'individuazione dei traguardi ambientali e sull'istituzione di programmi di monitoraggio. Per buono stato ambientale delle acque marine si intende la capacità di preservare la diversità ecologica, la vitalità dei mari e degli oceani affinché siano puliti, sani e produttivi mantenendo l'utilizzo dell'ambiente marino ad un livello sostenibile e salvaguardando il potenziale per gli usi e le attività delle generazioni presenti e future, continua l'Istituo superiore per la protezione e la ricerca ambientale.
 
Gli Stati sono dunque chiamati a redigere un programma di misure concrete diretto al raggiungimento di questi obiettivi elaborando strategia che tengano conto anche delle conseguenze che queste potrebbero avere sul piano economico e sociale e che convolgano il pubblico e tutti i portatori di interesse. 
 
Ma a che punto è l'Italia su questo versante? Il nostro Paese "è in regola con tutte le attività previste per l'attuazione dalla direttiva Europea sulla Strategia Marina" ha annunciato il sottosegretario all'Ambiente, Silvia Velo a margine del meeting informale dei Direttori Acqua e Mare dell'Unione Europea che si Ä— tenuto questa mattina presso il ministero degli Affari esteri.
 
"Si tratta di un'ottima notizia per il nostro Paese e di un riconoscimento del grande lavoro che stiamo portando avanti per rendere sempre più centrale il ruolo del mare nelle politiche ambientali e di sviluppo del governo. Noi crediamo che il mar Mediterraneo sia una straordinaria risorsa per il nostro Paese sotto tutti i punti di vista, economici, sociali e ambientali" ha continuato il sottosegretario. 
 
"Un lavoro intenso quello riconosciuto all'Italia dalla commissione Europea, che continuerà nei prossimi mesi per arrivare, così come stabilito a Livorno, a una governance unitaria del mare che sia in grado di coniugare crescita economica, sviluppo, tutela ambientale e sostenibilità" ha concluso la Velo. 
 
Rosamaria Freda
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