14/10/2014 - 13:01

Spalma incentivi: sì dell'Aeeg, ma continua la rivolta delle rinnovabili

Torniamo a parlare di "spalma incentivi", ovvero il decreto che rimodula gli incentivi alle fonti rinnovabili diverse dal solare.
Il provvedimento, che a partire da gennaio 2015 offre agli operatori del settore tre opzioni di incentivazioni, come noto non piace per nulla al comparto delle rinnovabili, in particolare alle associazioni che già da tempo sono scese in campo contro il testo ritenuto assolutamente negativo per il settore. 
 
Ma non finisce qui: oltre al danno, la beffa. Nonostante il provvedimento sia oramai diventato legge pur avendo incassato il parere negativo di tutto il settore delle rinnovabili, manca l'ultimo passo per renderlo attuativo, ovvero - come ricorda assoRinnovabili - non è ancora pronto il decreto attuativo, atteso entro il primo ottobre scorso, che dovrebbe disciplinare le percentuali di rimodulazione dell'incentivo, previste dall'"opzione b", una delle tre contenute nella contestata norma.  
 
Il mancato varo del decreto attuativo da parte del ministero dello Sviluppo economico costringe di fatto - come ricorda assoRinnovabili - gli operatori ad essere impossibilitati ad effettuare una "scelta consapevole" in vista dell'avvicinarsi della scadenza per aderire allo "spalma incentivi", fissata per il 30 novembre prossimo.
 
Nonostante questa situazione di impasse, il provvedimento ha però appena incassato il parere favorevole dell'Autorità dell'energia e il gas (Aeeg). L'Authority ha infatti rilasciato al ministro dello Sviluppo economico il parere positivo sullo schema di decreto recante criteri per la rimodulazione volontaria degli incentivi spettanti per gli impianti alimentati da fonti rinnovabili diverse da quella solare, riportando alcuni suggerimenti finalizzati a rendere più appetibile tale rimodulazione e ad evitare possibili difficoltà interpretative
 
In particolare, secondo l'Aeeg, sarebbe necessario consentire, all'articolo 4, comma 2, che, a seguito di interventi di qualunque tipo, realizzati sullo stesso sito dell'impianto per il quale è stata esercitata l'opzione di rimodulazione, possa trovare applicazione il ritiro dedicato e/o lo scambio sul posto (purché non incompatibili con gli strumenti incentivanti percepiti, quali le tariffe fisse onnicomprensive o gli incentivi di cui al decreto interministeriale 6 luglio 2012).
 
E' inoltre necessario precisare, all'articolo 4, comma 3, che nel caso di interventi di potenziamento su impianti per i quali è stata esercitata l'opzione di rimodulazione, l'eventuale nuovo incentivo venga erogato in relazione alla maggior produzione derivante dal potenziamento stesso, continuando a beneficiare dell'incentivo pre-esistente e rimodulato per la produzione imputabile alla parte dell'impianto già esistente. 
 
Secondo l'Autorità occorrerebbe inoltre esplicitare i criteri secondo cui identificare le quantità di energia elettrica per cui troverebbero applicazione i pre-esistenti incentivi e gli eventuali nuovi strumenti incentivanti, con particolare riferimento ai casi in cui non è possibile ricorrere ai dati di misura. Nel caso di interventi di integrale ricostruzione e di rifacimento totale degli impianti alimentati da biomasse di potenza fino a 1 MW (se effettuati a partire dal quinto anno successivo al termine del periodo residuo di diritto di godimento all'incentivo originario), l'eventuale nuovo incentivo sostituisca quello pre-esistente rimodulato
 
Clicca qui per leggere la versione integrale del parere dell'Aeeg.
 
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Rosamaria Freda
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