25/03/2014 - 20:45

Autorizzazione unica e beni sottoposti a tutela paesaggistica

Valenza ed effetti del cosiddetto dissenso irrituale
Il procedimento per il rilascio dell'autorizzazione unica, normativamente orientato da esigenze di celerità e speditezza, avviene nelle forme della conferenza di servizi nella quale necessariamente trovano una sintesi i diversi interessi pubblici coinvolti.
Un'ipotesi particolare è quella prevista dall'art. 14 quater, comma 3, della legge sul procedimento (L. 241/90). La particolarità consiste nel fatto che il motivato dissenso espresso da un'amministrazione preposta alla tutela ambientale, paesaggistico-territoriale, del patrimonio storico-artistico o alla tutela della salute e della pubblica incolumità ha l'effetto di rimettere la decisione alla deliberazione del Consiglio dei Ministri (cosiddetto effetto devolutivo).
Il Consiglio di Stato, con la sentenza n. 1144/2014 dello scorso 10 marzo, ha definito i contorni di una figura anomala di dissenso qualificato come irrituale.
La non ritualità del dissenso manifestato nel caso oggetto della decisione era consistito nel fatto che la Soprintendenza aveva manifestato la propria contrarietà al progetto in maniera, per così dire, esterna adottando un provvedimento inibitorio ai sensi dell'art. 150 del Codice dei beni culturali e del paesaggio e non partecipando, invece, alla conferenza dei servizi.
Si trattava, quindi, di qualificare l'atto dell'amministrazione deputata alla tutela paesaggistica e di verificare se esso era in grado di dispiegare effetti e di che tipo nei confronti dell'autorizzazione unica che la Regione, nel frattempo, aveva rilasciato.
Il Consiglio di Stato ha escluso che il decreto inibitorio possa assolvere ai compiti del dissenso motivato espresso in sede di conferenza di servizi con il conseguente effetto di devolvere la decisione al Consiglio dei Ministri. Ha, però, negato che un tale dissenso espresso in modo irrituale possa essere considerato del tutto improduttivo di effetti nei confronti del procedimento di autorizzazione unica.
In conseguenza di ciò è stato accolto parzialmente l'appello proposto dall'amministrazione dei beni culturali statuendo che la Regione dovrà necessariamente tenere in conto i motivi di contrarietà espressi dalla Soprintendenza in sede di riesame dell'istanza di autorizzazione unica.
La sentenza si segnala, inoltre, per il riconoscimento della base giuridica dei poteri conformatori spettanti alla Soprintendenza ai sensi dell'art. 152 del Codice dei beni culturali anche quando gli interventi sono destinati a realizzarsi in aree contermini a quelle oggetto di specifica tutela. Tale potere discendendo non solo da un'interpretazione estensiva e costituzionalmente orientata del bene giuridico ambiente ma testualmente dalle linee guida nazionali in materia di autorizzazione unica "in base alle previsioni di dette linee-guida il soprintendente, chiamato a partecipare al procedimento funzionale all'adozione dell'autorizzazione unica, ha facoltà di esercitare i poteri previsti dall'art. 152 del Codice dei beni culturali e del paesaggio anche quando l'intervento ricada in aree contermini a quelle espressamente vincolate ex lege ai sensi dell'art. 142 del Codice".
Vincenzo Tabone
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