01/01/2013 - 01:00

Un nuovo contributo in conto impianti per le biomasse al Sud.

Si riportano le regole per la promozione delle filiere dai biomasse nelle regioni del meridione.
Il ministero per lo sviluppo economico ha pubblicato nella Gazzetta Ufficiale n. 294 del 19 dicembre 2011 un decreto datato 13 dicembre 2011 con cui è stato approvato il bando, a valere sulla Linea di attività 1.1 del Programma Operativo Interregionale "Energie rinnovabili e risparmio energetico" 2007/2013 (POI Energia), per l'attivazione delle filiere produttive delle biomasse nelle regioni Campania, Sicilia, Puglia e Calabria.

Il testo in esame prevede lo stanziamento di 100 milioni di euro a sostegno delle filiere produttive sviluppate da soggetti costituiti nelle seguenti forme giuridiche: società di cui ai capi III e seguenti del Titolo V del Libro V del codice civile; consorzi con attività esterna di cui agli articoli 2612 e seguenti del codice civile; società consortili di cui all'articolo 2615-ter del codice civile.

Tali soggetti, in particolare, sono tenuti a rappresentare l'intera filiera delle biomasse oggetto del programma di investimento e devono dotarsi di uno statuto societario o consortile del soggetto proponente deve contenere un esplicito riferimento allo svolgimento, anche tramite il ricorso ai componenti della propria compagine sociale o consortile, di tutte le attività economiche inerenti al ciclo di vita della biomassa, oggetto del programma di investimento.

I richiedenti possono presentare istanza di contributo per due classi di investimento. Per quanto riguarda il settore dell'energia sono ammessi: impianti di cogenerazione e trigenerazione, alimentati da biomasse legnose (cippato, pellet, legna), biocombustibili liquidi (olio vegetale), biogas o dalla frazione organica dei rifiuti solidi urbani (da raccolta differenziata), con potenza da 1 a 4 MWe; impianti di produzione di energia termica associati ad una rete di teleriscaldamento/teleraffrescamento, alimentati da biomasse legnose (cippato, pellet, legna), biocombustibili liquidi (olio vegetale) o biogas, con potenza superiore a 3 MWt ed inferiore a 20 MWt.

Invece, per ciò che concerne i biocarburanti si devono ricordare i seguenti ambiti di investimento: impianti di produzione di biocarburanti (biodiesel e bioetanolo), di prima e seconda generazione, ed impianti di produzione di biometano, potenza superiore a 9.000 MWh/anno (32.400 GJ/anno). Tali opifici devono essere alimentati per almeno il 30% da biomasse da filiera corta e per il 70% da biomasse prodotte da soggetti facenti parte della compagine sociale o consortile del soggetto proponente.

Inoltre, i progetti destinatari di contributi devono essere riconducibili alle seguenti tipologie: realizzazione di nuove unità produttive; ampliamento di unità produttive esistenti; diversificazione della produzione di un'unità produttiva in nuovi prodotti/servizi aggiuntivi; cambiamento fondamentale del processo di produzione complessivo di un'unità produttiva esistente.

Infine, è interessante ricordare che l'agevolazione in parola è concessa nella forma di finanziamento agevolato e contributo in conto impianti, in quota variabile in base alla dimensione dell'impresa (per il dettaglio si veda l'Allegato 2 del DM 13 dicembre 2011).

Per quanto riguarda l'ottemperanza tra l'agevolazione in esame e la disciplina degli aiuti di stato si ricorda che l'incentivo in esame è calcolato, nel rispetto delle intensità massime di aiuto (pari al 50% per le piccole imprese, 40% per le medie imprese e 30% per le grandi imprese), in modo da garantire la copertura della quota parte dell'investimento ammissibile non coperto dai mezzi propri (che il bando prevede non inferiore al 25% dell'investimento).
  
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Alessio Elia
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