PERTINENZE E DIRITTO URBANISTICO

Si riporta la sentenza del  TAR del 22 settembre 2010 della  Lombardia-Brescia Sez I n.3555 secondo cui  nell’ambito del diritto urbanistico la categoria delle pertinenze non può essere individuata e circoscritta nell’enunciato dell’articolo 817 cc; al riguardo, come individuato dalla giurisprudenza (Consiglio di Stato Sez. IV 13 gennaio 2010 n. 41; TAR Brescia Sez. I 13 ottobre 2008 n. 1259) rilevano la modesta entità economica e del limitato peso del territorio.
In primo luogo, per pertinenza si deve intendere  ai sensi dell’art. 817 del codice civile, "le cose destinate in modo durevole a servizio o ad ornamento di un’altra cosa", cioè – secondo la unanime rappresentazione che di tali opere è fatta – quelle non costituenti in opere autonome ma in una pertinenza dell’immobile già esistente. 
Partendo da queste premesse, i giudici amministrativi hanno considerato l’art. 27 comma 1 lett. e-6 della LR 12/2005 della Lombardia secondo cui:
a) si deve escludere che si possa definire pertinenza una costruzione il cui volume sia superiore al 20% del volume dell'edificio principale;
b) al di sotto di questa soglia le costruzioni collegate ad altri edifici non sono automaticamente qualificabili come pertinenze.
L’esito del tribunale adito è stato negativo per la legittimità della norma in parola.
Inoltre, tale pronuncia, non isolata peraltro (sentenza del Consiglio di Stato)  V sezione, n. 2575/2002 , supera la posizione assunta precedentemente dal Consiglio di Stato secondo cui  nel diritto dell’urbanistica e dell’edilizia, il concetto di pertinenza è e rimane quello delineato dall’articolo 817 del Codice Civile, ed è perciò illegittimo il diniego che venisse opposto all’istanza di rilascio del titolo basandosi sulla qualificazione di “nuova edificazione” anziché di manufatto pertinenziale a servizio di un bene già esistente (        ss.
Alessio Elia