In un nostro precedente articolo abbiamo parlato del biogas e della sua produzione tramite la digestione anaerobica delle biomasse e dagli scarti animali, quali liquami e letami. Il biogas, però, può essere anche un prodotto della digestione anaerobica dei rifiuti organici.

La digestione anaerobica è la fermentazione senza ossigeno delle biomasse. Il prodotto finale, quindi, il biogas, se emesso in un impianto di combustione produce energia. Gli impianti di digestione anaerobica sono costruiti per far confluire il biogas in un generatore di energia. Questo prodotto è il risultato di un processo progettato e gestito appositamente per produrlo. Il biogas e di conseguenza anche il biometano sono una svolta verde alle energie legate al carbon fossile.

Infatti, il biogas e il biometano possono essere utilizzati per produrre energia elettrica, per il riscaldamento, ma anche come carburante per i veicoli, in questo modo sarebbero abbassate vertiginosamente le emissioni di gas serra, come anidride carbonica, ma anche lo stesso metano, più efficace della CO2 nel trattenere il calore e favorire dunque il riscaldamento globale.

Ma, se la svolta green non bastasse, la produzione di biogas, andrebbe a favorire uno degli obiettivi dell’Europa: l’indipendenza energetica dalla Russia, da cui il Vecchio Continente importa 43 miliardi di m³. Numeri in netto calo rispetto al 2021, ma che mantiene comunque vivo un legame a doppio filo tra l’Europa e il Paese Sovietico. Allo stato attuale, secondo report dell’European Biogas Association che risale al 2021 il nostro continente produce 15,8 miliardi di metri cubi di biogas all’anno, di cui 2,43 di biometano. Per puntare all’indipendenza da Mosca, l’Europa dovrà aumentare la produzione fino ad arrivare a 35 miliardi di metri cubi all’anno entro il 2030.

Per far ciò è necessario aumentare i tassi di raccolta di rifiuti organici, alimentari e liquami di bestiame. L’Italia contribuisce alla produzione di biogas con i suoi 4miliardi di metri cubi di biogas all’anno. Di questi, una parte viene trasformata in biometano. Il Belpaese, per incrementare la produzione ha stanziato 1,9 miliardi di euro, provenienti dal PNRR.

Ma come si produce il biogas dai rifiuti organici? I rifiuti di origine organica che non sono recuperabili vengono mandati in lotti di conduzione dove vengono coperti di argilla. In questo modo avviene la digestione anaerobica e il processo di degradazione. Da qui viene prodotto il biogas, che alimenta un motore collegato a un generatore elettrico andando a produrre energia elettrica. Il calore prodotto può essere utilizzato per il riscaldamento. L’energia che viene prodotta dalla combustione del biogas viene utilizzato dall’impianto e l’eccesso viene immesso nella distribuzione elettrica.

Come detto in precedenza, da una parte del biogas viene prodotto il biometano, che può essere utilizzato come biocarburante nei veicoli, ma può anche essere immesso nella rete del gas naturale in sostituzione del gas fossile. Questo perché il biogas è privo di zolfo e altri metalli pesanti. La sua combustione inoltre non produce percolato. In più, le emissioni di gas serra durante il processo produttivo si andrebbero a ridurre dell’85/90%.

Dunque, l’utilizzo di biogas e biometano aiuterebbe il pianeta, sia in ottica di emissioni, sia per il riciclo e la “seconda vita” dei rifiuti organici.