10/07/2017 - 13:42

Lievito di birra: quando le aziende amano la sostenibilità

Il microrganismo vivente, anima del pane e fondamentale per la produzione di vino e birra, è anche sostenibile. Inoltre è impiegato per la produzione di mangimi, fertilizzanti ed energia. Il lievito dà vita al pane, al vino, alla birra e ama l’ambiente. Il settore rappresenta un esempio consolidato di economia circolare.

Le aziende del settore, come dimostrano i dati del Gruppo Lievito di ASSITOL, recuperano tutti i coprodotti della loro attività, in un quadro di economia circolare, dando loro una seconda vita, e la loro attività è praticamente ad impatto zero.
 
Il lievito di birra, come viene comunemente definito (Saccharomyces cervisae) è un microrganismo vivente, che prende vita da un sottoprodotto di origine agricola, il melasso da zucchero.  
 
“Le nostre aziende – chiarisce Thomas Lesaffre, presidente del gruppo - creano le condizioni più favorevoli alla riproduzione del lievito in presenza di ossigeno. In pratica tutto si basa sulla fermentazione dello zucchero, un processo che non ha nulla di artificiale. Non a caso, dal punto di vista tecnico, si parla di ‘coltivazione’ del lievito”.
 
Per realizzare questo straordinario processo, le imprese del settore ricorrono all’alta tecnologia, che ha consentito, negli ultimi anni, di ridurre l’uso di acqua, fondamentale per la produzione di lievito, del 20%. 
 
Inoltre, alla fine dell’intero processo, ogni azienda sottopone le acque reflue, le materie organiche e non assimilabili, ad un trattamento che consente di non disperderle nell'ambiente. 
In questo modo, tutti i coprodotti sono destinati ad una serie di altre importanti produzioni: fertilizzanti, mangimi, energia, cosmetica e farmaceutica.
 
Il comparto è all’avanguardia anche nel risparmio energetico: l’elettricità da cogenerazione è utilizzata dalle aziende per l’autoconsumo, contribuendo così a ridurre le emissioni di CO2 del 50%. 
 
“Il nostro settore . sottolinea Lesaffre – aderisce da tempo al principio del ‘food first’, ma non trascura le prospettive aperte dalle fonti rinnovabili. Il nostro impegno è per una pacifica convivenza di questi due filoni, che possono dare grandi opportunità sia all’agricoltura sia all’industria”.
 
Al riguardo, il sistema virtuoso del lievito potrebbe essere messo a rischio da una proposta, avanzata dalla Commissione Europea nell’ambito della discussione sulle energie rinnovabili post-2020, circa la possibilità di annoverare il melasso, grazie al quale si ottiene il lievito, tra i biocarburanti avanzati, favorendo così il suo impiego per produrre bioetanolo, con il sostegno degli incentivi già previsti dalle norme UE.
 
"Si tratterebbe di una forzatura – obietta il presidente degli imprenditori – che porterebbe ad una diminuzione del melasso a disposizione e ad un aumento dei costi, per il nostro settore e per tutte le filiere coinvolte”.
 
In pratica si creerebbe una pericolosa competizione tra l’uso alimentare e quello energetico. 
 
“Ecco perché il Gruppo Lievito di ASSITOL - annuncia il presidente Lesaffre - che fa sentire la sua voce in Europa grazie a Cofalec, la confederazione europea di settore, intende tutelare  questo modello di economia circolare e l’idea del melasso-coprodotto”.
Andrea Pietrarota
Direttore Responsabile
Articoli correlati