21/11/2016 - 17:51

Dagli scarti della birra è possibile aiutare l'ambiente

Dal riutilizzo degli scarti della birra è possibile aiutare l'ambiente

Il CREA, nell’ambito delle attività del progetto Birraverde della Rete Rurale Nazionale ha sviluppato, alcune soluzioni per il recupero e riutilizzo degli scarti di produzione della birra pari circa al 90% delle materie prime utilizzate.
birra green
Gli scarti di produzione della birra come trebbie, lieviti esausti e acque di processo diventano fonte primaria per la produzione di energia pulita ma non solo. Le trebbie,  essiccate possono divenire pellet per la produzione di calore reimpiegabile nel ciclo produttivo della birra o biochar, carbone vegetale. Le analisi chimiche effettuate sui campioni di trebbie provenienti da birrifici artigianali hanno confermato alti contenuti di carbonio e idrogeno in questi materiali di scarto, che conferiscono alle trebbie un elevato potere calorifico. In funzione di questo elevato potere calorifico delle trebbie si è sperimentato l’impiego delle stesse come combustibile per uso energetico attraverso un modello basato su impianti di produzione di piccola scala.

Ma non è tutto...Le trebbie disidratate e quelle pellettizzate producono il biochar con un contenuto in Carbonio pari al 90%, in un processo cosiddetto zero waste. Il biochar viene utlizzato in agricoltura come fertilizzante naturale, con alto contenuto di carbonio e azoto, riducendo quindi il fabbisogno di acqua e di fertilizzanti chimici.
In questo modo il carbonio viene fissato nel terreno evitando quindi il ritorno in atmosfera sotto forma di CO2. Il biochar, pertanto, risulta l’unica tecnica di mitigazione dei cambiamenti climatici carbon negative, in grado cioè di sequestrare più carbonio di quanto ne emetta per produrre energia (ad ogni kg di biochar prodotto corrispondono 3 kg di CO2 sottratti dall’atmosfera). Per queste sue peculiarità il biochair verrà inserito nell’agenda dei prossimi negoziati internazionali sui cambiamenti climatici come strategia di mitigazione del cambiamento climatico.

La birra non è nuova a processi di produzione di energia alternativa derivante dagli scarti del processo produttivo che la produce. Due ricercatori Zhiyong Jason Ren e Tyler Huggins hanno attivato un processo che impiega una muffa, la Neurospora crassa, coltivata nelle acque reflue dei birrifici, per creare materiali a base di carbonio necessari alle celle elettrochimiche che fungono da accumulatori di energia. Gli scarti della lavorazione della birra possono essere trasformati anche in biogas attraverso un processo della digestione anaerobica.

Marilisa Romagno
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