27/10/2015 - 10:59

Oms, la carne rossa è cancerogena. Ma Assocarni e Coldiretti non ci stanno

La carne rossa non solo fa male ma è addirittura cancerogena, soprattutto se lavorata. Ad affermarlo è stata l'Agenzia Internazionale per la Ricerca sul Cancro (IARC) dell'Organizzazione mondiale della sanità (Oms) che in uno studio recente ha valutato la cancerogenicità del consumo di carne rossa e carni lavorate.
Un gruppo di lavoro di 22 esperti provenienti da 10 paesi convocati dalla IARC ha infatti classificato il consumo di carne rossa come probabilmente cancerogena per l'uomo e carni lavorate come cancerogena per l'uomo. In particolare dall'indagine è emersa una stretta correlazione tra consumo di carni lavorate e insorgenza in particolare di tre tipologie di tumore: al colon-retto, al pancreas e alla prostata.

Ma cosa si intende per "carne lavorata"? Si tratta di quelle carni conservate grazie all'aggiunta di sale, all'affumicamento o mediante qualsiasi altra procedura, escluso il congelamento, come le salsicce, il bacon, gli hot dog, la pancetta, il salame, gli insaccati in generale e le carni in scatola. Ma non è tutto. Secondo l'Oms sono da considerarsi "probabilmente cancerogene" tutte le tipologie di carni rosse, ovvero quelle provenienti da un muscolo di mammifero, come ad esempio manzo, vitello, maiale, agnello, montone, cavallo e capra.

L'allarme lanciato dall'Oms ha spinto il Codacons a presentare una istanza urgente al ministero della Salute e un esposto al Pm di Torino Raffaele Guariniello, affinché siano valutate misure a tutela della salute umana.

"Le risultanze dell'Oms non lasciano spazio a dubbi, ed individuano le carni lavorate tra le sostanze cancerogene al pari di fumo e benzene " ha detto il presidente del Codacons Carlo Rienzi. "Il principio di precauzione impone in questi casi l'adozione di misure anche drastiche, considerando la salute umana prioritaria a qualsiasi altro interesse. Per tale motivo chiediamo al ministro della salute, Beatrice Lorenzin, di valutare i provvedimenti da adottare a tutela della popolazione, compresa la sospensione della vendita per quei prodotti che l'Oms certifica come cancerogeni" ha concluso Rienzi.

Analogo esposto viene inviato oggi dal Codacons al pm di Torino, Raffaele Guariniello, che già in passato ha aperto importanti inchieste sul fronte dell'alimentazione e della salute.

Nel frattempo a dire la loro in difesa del settore della produzione e della lavorazione della carne nel nostro Paese sono state Assocarni e Coldiretti. In particolare Assocarni ha ricordato come in Italia il consumo di carne e salumi sia molto al sia molto al di sotto dei quantitativi individuati dall'Oms come potenzialmente rischiosi.

Le quantità indicate dallo studio (100 grammi al giorno per la carne rossa e 50 grammi al giorno per quella trasformata) come condizione per un aumento comunque modesto del rischio sono molto più alte del consumo tipico del nostro Paese, ha spiegato l'associazione. "Gli italiani mangiano in media 2 volte la settimana 100 grammi di carne rossa (e non tutti i giorni) e solo 25 grammi al giorno di carne trasformata.
Il dato IARC è quindi superiore al doppio della media del consumo in Italia" 
ha precisato Assocarni.

"Il rapporto è stato eseguito su scala globale, considerando quindi contesti alimentari molto diversi da quelli della Dieta Mediterranea; il secondo è che gli animali allevati in Italia non sono uguali a quelli allevati in altri Paesi o continenti. Proprio perché aderenti alla Dieta Mediterranea, gli italiani consumano mediamente meno carne e salumi dei loro vicini europei, e ancora meno rispetto ad americani (sia del sud che del nord) o australiani" ha continuato l'associazione.

Dello stesso avviso anche la Coldiretti che in una nota ha ricordato la qualità delle carni Made in Italy "che sono più sane, perché magre, non trattate con ormoni e ottenute nel rispetto di rigidi disciplinari di produzione "Doc" che assicurano il benessere e la qualità dell'alimentazione degli animali tanto da garantire agli italiani una longevità da primato con 84,6 anni per le donne e i 79,8 anni per gli uomini".

Secondo l'associazione il rapporto Oms è stato eseguito su scala globale su abitudini alimentari molto diverse come quelle statunitensi che consumano il 60 per cento di carne in più degli italiani. "Non si tiene peraltro conto che gli animali allevati in Italia non sono uguali a quelli allevati in altri Paesi e che i cibi sotto accusa come hot dog, bacon e affumicati non fanno parte della tradizione italiana. Il consumo di carne degli italiani con 78 chili a testa è ben al di sotto di quelli di Paesi come gli Stati Uniti con 125 chili a persona o degli australiani con 120 chili, ma anche dei cugini francesi con 87 chili a testa. E dal punto di vista qualitativo la carne italiana è meno grassa e la trasformazione in salumi avviene naturalmente solo con il sale senza l'uso dell'affumicatura messa sotto accusa dall'Oms" ha aggiunto Coldiretti.
Rosamaria Freda
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