28/09/2015 - 12:30

Al CompraVerde-BuyGreen i numeri e l'impatto degli acquisti verdi

Agire green conviene, o forse è ancor più corretto affermare che, al contrario, ignorare i criteri ambientali nella gestione delle amministrazioni pubbliche e delle imprese private può essere molto penalizzante, come dimostra anche il "DieselGate" esploso in questi giorni. Giovedì 1 e venerdì 2 ottobre all'Acquario Romano - Casa dell'Architettura di Roma, la nona edizione di CompraVerde-BuyGreen, Forum Internazionale degli Acquisti Verdi sarà l'occasione per analizzare la diffusione delle pratiche green e il loro impatto sull'efficienza energetica, sulle economie di costo, sull'occupazione e sulla reputazione delle aziende.
Secondo i primi dati del Rapporto CompraVerde, la diffusione degli acquisti verdi in Italia copre circa il 9,3% dell'ammontare in valore degli appalti pubblici, pari a circa 11,5 miliardi di euro l'anno, concentrati soprattutto in sei regioni "virtuose": Sardegna, Puglia, Toscana, Emilia Romagna, Liguria e Piemonte, ovvero quelle in cui sono stati approvati i Piani d'Azione per il Green Public Procurement. L'adozione dei criteri ambientali è concentrata soprattutto nei settori dell'acquisto dei prodotti elettronici, del noleggio delle auto, dell'acquisto della carta e dei servizi di ristorazione collettiva, mentre l'arredo urbano e i servizi energetici per gli edifici stanno gradualmente aumentando la quota di appalti pubblici con criteri GPP e i fondamentali settori dell'edilizia, della manutenzione urbana e della gestione dei rifiuti registrano invece un certo ritardo. Tra le più recenti best practices, quella del Senato della Repubblica, che si è dotato di 4 auto elettriche per gli spostamenti istituzionali dei senatori.

Come emerge dai questionari del Rapporto Compraverde, le imprese italiane hanno migliorato il sistema di gestione dell'ambiente nell'ultimo quinquennio ottenendo, per unità di prodotto, il -20,3% di energia consumata, il + 5,1% di recupero materia, il -8,9% di emissioni atmosferiche, il -6,8% di rifiuti e il -7,7% di impatti ambientali complessivi. Intanto la spinta italiana verso lo sviluppo di prodotti ecocompatibili (evidenziato dal numero di Etichette Ecolabel concesse), negli ultimi tre anni, si è un po' fermata: siamo oggi arrivati a 19.596 prodotti e 361 licenze con marchio EcoLabel. Concentrate soprattutto in Trentino, Toscana e Puglia, tali licenze riguardano soprattutto gli alberghi (361), la carta (36), i campeggi (25), detergenti saponi e detersivi vari (47), vernici (12). Al contrario di quanto si potrebbe pensare, l'introduzione dei criteri ambientali non favorisce, attualmente, soprattutto le imprese medio-grandi o globali: quando in un appalto si inseriscono i criteri GPP il 53,2% delle imprese che si aggiudicano la gara è infatti "locale". Il motivo è semplice: le amministrazioni locali hanno promosso l'uso del GPP presso le Camere di Commercio, che hanno sensibilizzato le imprese presenti sul territorio.

Ma realizzare prodotti e servizi verdi migliora la competitività delle imprese, assicura nuove opportunità e risponde a una domanda, soprattutto pubblica, ambientalmente qualificata: il 78% dei cittadini, infatti, mostra preferenza per prodotti che non inquinano. Il Forum CompraVerde-BuyGreen in programma a Roma l'1 e il 2 ottobre sarà dunque l'occasione per coinvolgere, come lo scorso anno, oltre 150 enti pubblici, privati e non profit nei numerosi appuntamenti culturali e formativi del programma, che propone due giorni di approfondimenti e opportunità di business per gli operatori della Green Economy.
Tommaso Tautonico
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