23/09/2015 - 20:15

In Svizzera e Giappone le rinnovabili per la salvaguardia dell'ambiente

Nel Sol Levante, con il dibattito in corso sul futuro dell'energia nucleare, anche a seguito dell'incidente di Fukushima, molto pragmaticamente, si stanno attrezzando per potenziare al massimo altre fonti di energia, anche per ridurre la dipendenza, oltre che dall'atomo, dai combustibili fossili, per il cui approvvigionamento deve ricorrere principalmente dall'estero.
Ecco quindi che il Ministero dell'Ambiente giapponese ha parzialmente revocato le restrizioni sulle perforazioni geotermiche nei parchi nazionali e le altre aree protette per approfittare del 70% delle riserve di energia geotermica presenti nel sottosuolo del paese, tra le più grandi al mondo. Un gruppo di esperti del Ministero ha progettato il processo di sfruttamento geotermico, nell'ambito di un piano per l'utilizzo delle fonti rinnovabili che sarà reso esecutivo questo autunno. Le nuove linee guida consentono lo sviluppo geotermico delle zone speciali all'interno dei parchi nazionali giapponesi che, ovviamente come in tutte le aree protette del mondo, richiedono notevoli sforzi di conservazione della natura e dove si vieta categoricamente qualsiasi attività.

Ma anche in Europa la discussione è in corso e per esempio in Svizzera si stanno delineando due diverse "scuole di pensiero ambientali". Da un lato chi (la maggioranza degli schieramenti politici, delle imprese e parte dell'opinione pubblica) è convinta dell'urgenza di realizzare gli impianti da fonti rinnovabili, per ridurre i consumi di energia da combustibili fossili e quindi proteggere la natura. Dall'altra chi -sulla base di una radicale concezione basata sul "senza se e senza ma"- vorrebbe escludere anche questa tipologia di impianti, tra cui, la Fondazione per la protezione del paesaggio e Helvetia Nostra.

La contesa prosegue ora anche in Parlamento nell'ambito dei dibattiti sulla Strategia energetica 2050, proposta dal governo. Nel dicembre scorso, la Camera del Popolo aveva deciso di anteporre gli interessi energetici nazionali a quelli della natura: in questo modo centrali idroelettriche e parchi eolici avrebbero potuto essere realizzati anche in zone naturali protette. La Camera dei Cantoni, chiamata ad esprimersi su questo dossier il 21 settembre, sembra invece privilegiare un'altra ottica: la commissione competente propone infatti di individuare alcune zone delimitate, all'interno delle quali gli impianti potrebbero essere realizzati con un minor impatto ambientale.
fonte: distrettoenergierinnovabili.it
Tommaso Tautonico
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