08/07/2014 - 18:18

Gestione rifiuti, Conai: Europa a tre velocità. Italia nel mezzo

La situazione dei Paesi dell'UE nella gestione dei rifiuti urbani è molto eterogenea: da un lato ci sono Stati che hanno praticamente eliminato il ricorso alla discarica e che hanno già raggiunto gli obiettivi previsti per il 2020, mentre dall'altro esistono realtà in cui la discarica è ancora la modalità prevalente, se non l'unica, e dove il riciclo è una nicchia poco sviluppata dell'industria del waste management.
E' quanto emerge dal rapporto "Crescita e occupazione nel settore del riciclo dei rifiuti urbani" promosso dal ministro dell'Ambiente e realizzato da Conai in collaborazione con Althesys, presentato questa mattina a Roma.
 
Lo smaltimento in discarica resta ancora, in molti Stati, il sistema prevalente, con un valore medio europeo del 34,25% e picchi superiori all'80%. C'è tuttavia un gruppo di Paesi che è riuscito ad eliminare quasi totalmente il ricorso alla discarica, con un'incidenza sul mix inferiore al 5%. Questo gruppo si contraddistingue però per un maggior ricorso all'incenerimento (con e senza recupero energetico), che pesa tra il 35% della Germania e il 52% di Svezia e Danimarca.
 
La situazione in Europa. Ciò che emerge dall'indagine è la profonda eterogeneità di mezzi e risultati ottenuti nei diversi Stati. L'analisi restituisce infatti l'immagine di un'Europa a tre diverse velocità, dove coesistono Paesi con ottime performance ambientali caratterizzati, da mix di gestione dei rifiuti che vanno nella direzione degli obiettivi comunitari, e Paesi meno avanzati, dipendenti per lo più dalle discariche e dove l'industria del riciclo è poco sviluppata o addirittura quasi inesistente. Allo stato attuale per questi Paesi il raggiungimento degli obiettivi parrebbe piuttosto irrealistico. Nel mezzo, infine, c'è una serie di Paesi che pur non essendo ancora ai livelli dei migliori e nonostante la permanenza di criticità, attraverso interventi mirati, potrebbe raggiungere i target europei. Quanto all'Italia, il nostro Paese rappresenta una situazione paradigmatica dell'Europa, con la coesistenza di eccellenze - il riciclo degli imballaggi - e criticità, con una forte disomogeneità dei risultati a livello territoriale
 
Gli obiettivi delle politiche europee. Alla luce del quadro attuale e degli obiettivi europei sono ipotizzati due possibili scenari al 2020. Il primo, definito scenario teorico, ipotizza che tutti i Paesi europei raggiungano gli obiettivi per il 2020: almeno il 50% di riciclo dei rifiuti urbani e l'azzeramento del ricorso alla discarica. Il secondo, scenario prudente, tiene conto delle differenti situazioni di partenza e valuta in modo più realistico il fabbisogno di infrastrutture per le varie opzioni di trattamento. Un obiettivo unico di riciclo per tutti i Paesi pare, infatti, inadeguato tenuto conto anche delle loro differenti strutture industriali. Inoltre, diversa è la composizione dei rifiuti urbani: per esempio, la quantità di organico è molto più alta nei Paesi del Sud, spiega l'indagine.
 
Le azioni e gli strumenti. Lo studio individua alcuni strumenti per avviare il processo di convergenza e raggiungere gli obiettivi. L'industrializzazione della filiera del riciclo e recuperi di efficienza nelle fasi di raccolta e selezione sono condizioni necessarie affinché i Paesi meno avanzati possano raggiungere i più virtuosi. Per far crescere il riciclo, saranno necessari investimenti in ricerca e sviluppo, in particolar modo per quei prodotti per i quali, ad oggi, sussistono le maggiori difficoltà. 
 
GPP. Un'altra azione per far crescere l'industria del riciclo è agire sul lato della domanda attraverso il GPP, Green Public Procurement, che permette di sfruttare la leva degli acquisti pubblici per incentivare lo sviluppo di prodotti, tecnologie e servizi a basso impatto ambientale. La leva della domanda pubblica per promuovere lo sviluppo di prodotti verdi può portare alla nascita di un tessuto di aziende impegnate in produzioni eco-innovative, con vantaggi, oltre che ambientali, anche di crescita e occupazione.
 
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Rosamaria Freda
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