11/08/2013 - 21:15

Le foreste del nord incrementano il ciclo del carbonio

La produttività degli ecosistemi sta crescendo alle alte latitudini, con un incremento di circa il 50% della quantità del ciclo di carbonio rispetto al 1950; in particolare le foreste boreali hanno mostrato un aumento marcato nell'assorbimento di carbonio durante l'estate.
E' quanto emerge da un'approfondita analisi di anidride carbonica (CO2) dispersa in atmosfera, condotta presso lo Scripps Institution of Oceanography di La Jolla in California e pubblicata su Science. Lo stesso istituto gestisce un programma di monitoraggio della CO2 al Mauna Loa Observatory nelle Hawaii. 
 
La ricerca ha individuato delle ampie oscillazioni stagionali dei livelli di CO2 atmosferica nell'emisfero settentrionale, che ospita la maggior parte di terre del pianeta. I ricercatori hanno confrontato dettagliate misurazioni aeree dei livelli di anidride carbonica in atmosfera, registrate tra il 2009 e il 2011, con i dati di una ricognizione aerea condotta tra il 1958 e il 1961; hanno inoltre condotto indagini statistiche basandosi sui dati di Mauna Loa e su un secondo sito storico di monitoraggio, a Barrow in Alaska. Rispetto al passato sono state raccolte misure di maggiore ampiezza spaziale e temporale, correlandole in modo più efficace. I risultati suggeriscono che l'ampiezza dell'oscillazione annuale di CO2 è aumentata nel corso del tempo e continua a salire oggi, nonostante le crescenti preoccupazioni circa la vulnerabilità delle foreste del nord. E' questa una dimostrazione che l'attività della biosfera è in aumento, nonostante il cambiamento climatico abbia i suoi influssi negativi.
 
Sono stati utilizzati complessi modelli matematici per analizzare il ciclo del carbonio e la sua circolazione atmosferica, per determinare se esiste un fattore predominante che ne guida le fluttuazioni. Molti studi si sono concentrati su come il riscaldamento globale favorisca l'aumento di vegetazione nella regione artica, su come molte specie di alberi e arbusti si spostino verso il nord estendendo l'ampiezza delle tundre. Ma il lavoro attuale suggerisce che la variazione del segnale stagionale di CO2 è troppo grande per essere spiegato con cicli naturali dell'ecosistema di quelle zone; sembra invece essere dovuto principalmente ad un aumento significativo di assorbimento del carbonio da parte delle foreste boreali, principalmente durante i mesi di giugno e luglio. Inoltre, vi è da aggiungere che tale tendenza era solo in parte anticipata dalle simulazioni con gli attuali modelli ecologici terrestri; pertanto, sul medio-lungo termine si prevedono importanti cambiamenti nel ciclo globale del carbonio.
 
Supportato dal Dipartimento per l'Energia statunitense e da EarthNetworks - un'importante compagnia americana del settore - l'istituto di La Jolla è una sede di eccellenza per le analisi sulle concentrazioni di anidride carbonica nel nostro pianeta. Proseguono qui da circa 40 anni grandi programmi per la misura della CO2 nell'acqua di mare (oltre che nell'atmosfera), utilizzando metodi di alta precisione basati sulla quantità totale di carbonio inorganico disciolto negli oceani. Il ciclo del carbonio infatti, inteso come interscambio tra geosfera, idrosfera e biosfera, non può prescindere dall'esame minuzioso degli oceani, le maggiori riserve di carbonio della Terra e quindi preziose fonti di informazioni sulle variazioni climatiche di lunga durata.

(autore: Giacomo Matera Capicciuti)
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