21/11/2012 - 16:30

Onu, contro l'effetto serra puntare sull'energia rinnovabile

Allarme Onu sull'effetto serra: ancora insufficienti le iniziative dei Paesi industrializzati per la riduzione delle emissioni e gli impianti di energia rinnovabile.
Riscaldare la propria abitazione è necessario, per quanto costoso e, a volte, poco eco friendly possa essere. Per ovviare al primo inconveniente una buona soluzione potrebbe essere quella di porre le offerte per il gas riscaldamento a confronto, così da risparmiare davvero sul costo della bolletta.

Questo è quello che possono fare le famiglie, ma cosa succede se poi non si investe in maniera oculata sui consumi e sulla produzione di energia? L'Onu a questo proposito ha appena lanciato un allarme sui livelli dell'effetto serra. L'Organizzazione Meteorologica Mondiale, costola del Palazzo di Vetro, afferma che il livello di concentrazione dei gas serra nell'atmosfera ha raggiunto nel 2011 il record si 473 parti per milione. La principale responsabile è come sempre l'anidride carbonica, prodotta dalle attività umane. Sul banco degli imputati, quindi, i Paesi industrializzati, che non hanno ancora ridotto a sufficienza le emissioni inquinanti e non hanno investito molto su quest'area.

Nel suo report, l'Onu ha citato i dati dell'agenzia statunitense Noaa (National Oceanic and Atmospheric Administration) che, oltre a calcolare la quantità di CO2 nell'atmosfera (390,9 parti per milione, il 40% in più rispetto ai livelli pre-industriali), hanno rilevato anche l'incremento di altri gas serra, più rari e potenzialmente più dannosi, come l'esafluoruro di zolfo e gli  idrofluorocarburi.

Il riscaldamento globale è un problema che può essere tenuto sotto controllo, sebbene a fronte di costi alti, a patto che non si sfori una concentrazione di CO2 compresa fra 450 e 550 parti per milione. Questo obiettivo, indicato come prioritario anche dagli ultimi studi commissionati dal Joint  Research Centre dell'Unione Europea, è messo a rischio dal comportamento poco virtuoso dei Paesi industrializzati e di quelli in via di sviluppo.

Anche se in Occidente la consapevolezza della questione ambientale è aumentata, non sono stati profusi sforzi sufficienti per la riduzione delle emissioni. La mancanza di investimenti sulla produzione di energia rinnovabile si fa poi cronica nei Paesi emergenti, come la Cina e l'India, dove l'anidride carbonica continua a salire a ritmi vertiginosi, rispettivamente del 29% e del 6% nel solo 2011.

In questo quadro, è fondamentale proseguire con le campagne di sensibilizzazione sullo sviluppo sostenibile, incentivando anche a livello domestico l'installazione di impianti di energia rinnovabile (fotovoltaico e pannelli solari su tutti) e interventi di riqualificazione energetica, e diffondendo la cultura del risparmio energetico, su piccola e larga scala.Le parole d’ordine secondo l’Onu sono quindi due: sviluppo sostenibile e risparmio energetico. Sono due settori che però, in questo periodo soprattutto, sono difficili da sostenere. Le motivazioni principali sono sempre quelle che sentiamo ripeterci da tempo: i capitali. Trovare degli investitori che oggi si impegnano a dare una parte dei loro guadagni per dare impulso alla ricerca per lo sviluppo sostenibile non è così semplice, dato che i risultati in termini economici non sono rilevabili velocemente.

Andare in questa direzione è però auspicabile, non solo dall’Onu, ma anche da diversi Governi che si trovano a fare i conti da un parte con i costi dell’energia sempre più alti, dall’altra con le aziende del settore che sono in crisi e quindi alzano le bollette.
SuperMoney
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