26/10/2012 - 12:03

Difesa del suolo: approvare vera politica del territorio

Il presidente Giuseppe Politi conclude ad Alessandria il convegno promosso dalla Cia del Piemonte e della Liguria. Una forte azione per bloccare la cementificazione selvaggia, le speculazioni sulla terra tolta agli agricoltori, l'incuria e l'abbandono. L'impegno della Confederazione nasce e si sviluppa fin dall'inizio degli anni Ottanta.
"La difesa del suolo passa anche e soprattutto dalla valorizzazione dell'agricoltura. Per questo motivo abbiamo espresso da subito un giudizio positivo sul ddl presentato dal ministro delle Politiche agricole Mario Catania e che auspichiamo venga approvato entro la fine della legislatura. Un provvedimento che va nella direzione giusta. Siamo pronti a dare tutta la nostra collaborazione per una strategia capace di bloccare la cementificazione selvaggia, le speculazioni sulla terra tolta agli agricoltori, l'incuria e l'abbandono". Lo ha affermato il presidente della Cia-Confederazione italiana agricoltori Giuseppe Politi concludendo ad Alessandria il convegno promosso dalle Cia di Piemonte e Liguria sul tema "Un patrimonio sotto i nostri piedi. Rispettiamolo", al quale è intervenuto lo stesso ministro Catania. "Per rafforzare questa nostra azione stiamo dando vita a una serie di iniziative e manifestazioni in tutte le regioni, come quella di Alessandria, per sensibilizzare -ha aggiunto Politi- società civile, istituzioni, forze politiche, sociali ed economiche sul problema prioritario del suolo e della sua effettiva salvaguardia". "Da anni sosteniamo che -ha rimarcato il presidente della Cia- serve una nuova legge per la ristrutturazione del territorio. C'è l'esigenza di più agricoltura e di accrescere la sua funzione. D'altra parte, proprio il settore primario a causa dell'incuria e della cementificazione ha subito pesanti contraccolpi. Il territorio è, quindi, da preservare e da consegnare alle generazioni future senza comprometterlo".

"Il nostro impegno per la difesa e valorizzazione del suolo non nasce certo oggi. Fin dagli anni Ottanta -ha sostenuto Politi- ci battiamo per una politica del territorio, dove l'agricoltura abbia un ruolo protagonista, di presidio, di tutela. Ricordo i due significativi convegni che abbiamo svolto nel 1981 e nel 1985 a Spoleto e la proposta di iniziativa popolare presentata alla Camera dei Deputati nel giugno del 1994 con la raccolta di oltre 65 mila firme. Proposta che, nonostante siano passati 18 anni, appare ancora estremamente attuale, soprattutto davanti ai recenti disastri provocati dal maltempo a causa della mancata manutenzione del suolo, del degrado, della cementificazione selvaggia e abusiva, dell'incuria ambientale, dell'abbandono delle zone collinari e montane, dove è venuto meno il fondamentale presidio dell'agricoltore. Aggiungiamo, poi, la 'Carta di Matera' firmata dall'Anci e da migliaia di sindaci. Un documento che punta a creare un futuro con più agricoltura e una politica territoriale veramente valida". "Basta citare alcuni dati per comprendere la delicatezza del problema: oggi -ha rimarcato il presidente della Cia- 8 comuni su 10 sono in aree ad elevata criticità idrogeologica; oltre 700 mila sono gli immobili abusivi, spesso costruiti non a norma e, quindi, a grave rischio in presenza di una calamità naturale. In poco meno di dieci anni l'agricoltura ha perso una superficie di terra coltivabile di oltre 19 mila kmq, un territorio pari a quanto l'intero Veneto". "Ciò che manca nel nostro Paese -ha detto Politi- è una vera opera di prevenzione contro le calamità naturali. Dal 1950 ad oggi si sono spesi più di 200 miliardi di euro per riparare i danni causati da calamità naturali; sarebbe bastato destinare il 20 per cento di questa cifra ad opere di manutenzione del territorio per limitare le disastrose conseguenze e soprattutto le perdite umane. E quello che è avvenuto in questi ultimi anni ripropone con forza le tematiche legate all'assetto idrogeologico e alla sicurezza delle persone e delle attività produttive, soprattutto in agricoltura".

"Serve, quindi, una rinnovata attenzione. Occorre una politica -ha avvertito il presidente della Cia- con la quale puntare ad una vera salvaguardia del territorio con risorse adeguate. Una politica che garantisca il presidio da parte dell'agricoltore, la cui attività è fondamentale in particolare nelle zone marginali. C'è bisogno di interventi concreti per mettere in sicurezza interi paesi minacciati da frane e da smottamenti. Il problema della tutela del territorio non è certo secondario. E' un problema di grande priorità. Da qui il nostro appoggio al ddl del ministro Catania". "Occorre, dunque, un cambiamento radicale nella politica territoriale, anche perché in questi anni poco è mutato in fatto di tutela e salvaguardia. Non sono state prese misure efficaci. Quanto di drammatico avvenuto in decenni di totale incuria e di devastazione del territorio non consente ulteriori indugi. C'è l'esigenza -ha concluso Politi- di porre immediato riparo e lavorare in tempi rapidi per costruire un sistema ambientale realmente sostenibile, valorizzando l'agricoltura quale volàno di riequilibrio territoriale, produttivo e sociale". Al convegno, oltre al ministro Catania, hanno partecipato gli assessori all'Agricoltura del Piemonte e della Liguria Claudio Sacchetto e Giovanni Barbagallo, gli assessori all'Urbanistica delle due stesse Regioni Ugo Cavallera e Marylin Fusco, il vicepresidente nazionale della Cia Dino Scanavino, i presidenti della Cia Piemonte Roberto Ercole e di Alessandria Carlo Ricagni, Fiorenzo Ferlaino, dell'Ires Piemonte, Giuseppe Cornacchia, responsabile del Dipartimento Sviluppo agroalimentare e territorio della Cia nazionale.
Tommaso Tautonico
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