01/01/2013 - 01:00

Gerbido: project finance al servizio della sostenibilità

Nel controverso panorama della gestione dei rifiuti urbani in Italia, il termovalorizzatore del Gerbido a Torino, sembra rappresentare un caso d'eccellenza sia dal punto di vista tecnico che da quello ambientale, non da ultimo per una gestione efficace e trasparente dei rapporti con la popolazione residente.
Realizzato con il complesso meccanismo del project finance, l'opera fa capo a TRM S.p.A., azienda pubblica che ha ricevuto l'incarico di progettazione, realizzazione e futura gestione del termovalorizzatore. Il cantiere è stato avviato nel 2010 ed i lavori si concluderanno alla fine del 2012. MWH, in qualità di consulente tecnico indipendente delle Banche, ha partecipato alla fase di strutturazione del finanziamento redigendo un rapporto di due diligence finalizzato alla verifica degli aspetti tecnici, ambientali, economici, autorizzativi del progetto e al monitoraggio durante la fase di cantiere. Le attività di supporto alle banche finanziatrici comprendono anche il monitoraggio della messa in esercizio dell'impianto e la verifica delle prestazioni garantite.

Il project finance
Sempre più opere pubbliche ricorrono al project finance, un meccanismo di finanziamento che deve rispondere anzitutto a tre criteri:

1.         Self-sustaining: il progetto copre i propri costi, debiti e remunerazione del capitale, attraverso i flussi di cassa generati dall'opera;
2.         Ring fence: viene creata una Società di progetto ad hoc (in tal caso TRM) per poter separare i flussi di cassa e gli asset del progetto dalle attività degli sponsor;
3.         Risk sharing: i rischi del progetto vengono ripartiti tra i diversi soggetti coinvolti.

Esistono dei vantaggi evidenti nel ricorrere alla finanza di progetto, come conferma il dott. Marco Castelli, responsabile Amministrazione Finanza e Controllo di TRM: "I principali vantaggi del project financing sono collegati al limitato utilizzo delle risorse finanziarie pubbliche, alla possibilità di utilizzare un'elevata leva finanziaria e al maggiore coinvolgimento delle banche al successo dell'iniziativa. Con questo meccanismo rischi e ricavi vengono ripartiti su più soggetti ed è possibile limitare l'impatto sul bilancio degli azionisti, in quanto il progetto si presenta come un'unità autonoma confinata in una specifica società veicolo."

Continua Castelli: "I soggetti coinvolti in questo meccanismo sono sempre molteplici e posseggono un alto grado di specializzazione. Nel caso di Gerbido parliamo di: concedente, azionisti, banche finanziatrici e loro consulenti, assicurazioni, appaltatore, controparti commerciali e Pubblica Amministrazione. Una delle sfide maggiori in questi progetti è, dunque, un buon coordinamento di questi interlocutori." E a proposito del ruolo delle Banche, interviene l'ing. Paolo Polinelli, responsabile della divisione Bank Advising di MWH: "Il compito delle banche finanziatrici è fondamentale in questo complesso meccanismo e soprattutto in periodi in cui la disponibilità finanziaria degli enti pubblici è assai limitata. Grazie agli istituti finanziatori è possibile realizzare opere di primaria importanza sociale come questa. Propedeutica è l'analisi dettagliata della capacità tecnico economica del progetto di garantire, negli anni di esercizio successivi, adeguati margini operativi che consentano il rimborso del debito. In questo campo, MWH vanta una pluriennale esperienza nell'assistenza a primari enti finanziari in Italia e all'estero, in particolare per la realizzazione di impianti per la produzione di energie rinnovabili, settore di grande attrazione per il project finance italiano ed internazionale."

Eccellenze di un progetto italiano
Il termovalorizzatore del Gerbido adotta una configurazione impiantistica che può essere considerata classica nel panorama degli impianti più moderni, ma è caratterizzata dalle migliori tecniche disponibili (BAT - Best Available Technique), intendendo con questo sia la dotazione impiantistica e i materiali impiegati, sia gli accorgimenti adottati nella definizione del lay-out concepito per generare il minor impatto ambientale possibile.
 
Come ci spiega l'ing. Giusi Di Bartolo, Responsabile Unico del Procedimento per TRM "La costruzione dell'impianto di termovalorizzazione genererà numerosi benefici dal punto di vista ambientale: in primo luogo, permetterà di ridurre in maniera sensibile i rifiuti conferiti in discarica, diminuendo di conseguenza anche le emissioni di biogas e le problematiche collegate alle gestione del percolato. Inoltre, essendo l'impianto predisposto per la cogenerazione, è in grado di recuperare il calore dal rifiuto trasformandolo in energia elettrica e calore per il teleriscaldamento, il che permetterà una sensibile diminuzione delle emissioni inquinanti legate alle caldaie domestiche." Secondo le stime del progetto, ogni anno il termovalorizzatore potrà fornire energia elettrica per 175.000 famiglie di 3 persone (350.000 MWh/anno), riscaldare 17.000 abitazioni da 100 mq (170.000 MWh/anno) e consentirà il risparmio di oltre 70.000 TEP (Tonnellate Equivalenti di Petrolio).
 
Rispetto per il territorio, però, vuol dire anche attenzione verso le esigenze della popolazione residente e trasparenza informativa. Per questo motivo, nel progetto sono previste una serie di compensazioni e contributi per i comuni limitrofi al sito del termovalorizzatore, destinate a migliorarne la qualità della vita. Tra queste, compaiono: la creazione di spazi verdi limitrofi all'impianto, azioni di contrasto all'inquinamento atmosferico e la salvaguardia e restauro dei beni culturali della zona. Nello specifico, TRM mette a disposizione dei fondi destinati a migliorare la viabilità del territorio, a implementare delle reti di teleriscaldamento connesse con il termovalorizzatore e a compensare i Comuni, finanziando azioni di tutela ambientale decise localmente. Colpisce, inoltre, l'articolato programma di comunicazione pubblica che TRM ha messo in piedi per rafforzare il dialogo con la popolazione, evitando, attraverso il principio della condivisione, situazioni di contestazione popolare che avrebbero reso impossibile un'opera così importante per il territorio. L'approccio ricorda molto quello dei grandi programmi di infrastrutture pubbliche anglosassoni.
 
La partecipazione popolare è garantita da un Comitato Locale di Controllo ed è stato realizzato un Centro Visitatori all'interno del cantiere per accogliere i visitatori e svolgere delle visite informative al cantiere in occasione degli Open Day. Non stupisce che nel 2008 TRM abbia ricevuto il premio Pimby conferito dall'Associazione omonima1 per aver contribuito a dimostrare come infrastrutture e processi di partecipazione si possono conciliare quando gli attori di un territorio si impegnano a condividere tempi, regole e modalità di coinvolgimento. Anche in Italia, quindi, i casi di successo nel campo delle grandi infrastrutture pubbliche si possono raccontare. E, qualche volta, anche visitare da vicino.
Vesna Tomasevic
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