01/01/2013 - 01:00

L'Icef riapre il discorso riguardo un tribunale internazionale per l'Ambiente

Tra questioni di governance globale e di green economy l'ICEF rilancia la proposta di un Tribunale Internazionale per l'ambiente per Rio+20.
Si è tenuto nei giorni scorsi a Roma, nella Sala Pietro da Cortona del Palazzo dei Conservatori, il seminario organizzato dalla Fondazione ICEF (International Court of Environmental Foundation) titolato "Il ruolo dell'Italia per Rio+20 e per il dopo Rio". Il seminario intendeva tanto rilanciare la proposta della fondazione riguardo la costituzione di un tribunale internazionale per l'ambiente quanto stimolare la riflessione sul legame economia-ambiente. Proprio in quest'ottica duale i lavori sono stati divisi in una sessione mattutina dedicata alla questione della governance globale dell'ambiente, ed una sessione pomeridiana dedicata al tema della green economy.

Il discorso attorno al tanto auspicato Tribunale Internazionale per l'ambiente ha permesso di sottolineare il valore universale del bene giuridico ambiente come substrato per garantire il godimento del diritto alla vita. Ma a fronte di dichiarazioni di principio ampia e largamente accettate a livello internazionale non si è potuto non fare riferimento alla distanza tra l'idea e la sua concreta attuazione. Molto interessante è stato l'intervento del vice Presidente del Comitato Preparatorio Rio+20, Paolo Soprano, che ha descritto lo stato dei negoziati che produrranno il documento che verrà discusso nella prossima Conferenza delle Parti: purtroppo rispetto ad un documento iniziale di 7000 pagine di proposte (al 1° Novembre 2011) la prima bozza sembrerebbe essere piuttosto scarna.

La seconda sessione di lavori ha affrontato il tema della green economy soprattutto in relazione all'attuale crisi economica: la contrazione economica permetterebbe di sollecitare nuove proposte di sviluppo capaci di generare nuove tipologie e nuove opportunità di impiego. Altra intenzione dichiarata è quella di promuovere la sostituzione del Pil come elemento unico di descrizione del grado di sviluppo, introducendo indicatori relativi alla sostenibilità sociale e soprattutto ambientale. Interessante è stata la presentazione di alcuni progetti concretamente attuati e dell'esperienza del Coordinamento delle Agende 21 Locali italiane, rappresentato dal Presidente Emanuele Burgin, promotore di una "microgenerazione distribuita" dei risultati di riduzione dell'impatto ambientale.

Il programma preliminare del seminario contava poco meno di quaranta relatori, tra i quali Carlo Maria Grillo del Forum UE dei Giudici per l'Ambiente, Mario Toso, Segretario del Pontificio Consiglio della Giustizia e della Pace, e Roberto Torloni, Vice Presidente della Commissione ambiente della Camera dei Deputati. Nota dolente, infine, resta la scarsa partecipazione che rischia di aver ridotto l'evento ad un discorso tra cultori della materia, senza riuscire a coinvolgere l'opinione e soprattutto la sensibilità pubblica.

(autore: Margherita Volpe)
Redazione
autore