01/01/2013 - 01:00

Donne in agricoltura: una risorsa per lo sviluppo mondiale

Il nuovo rapporto FAO SOFA 2011 mette in luce quanto sia importante investire sulle donne nell'agricoltura, soprattutto nei paesi in via di sviluppo, perché possono contribuire significativamente all'economia rurale. Adesso, secondo Terri Raney, è fondamentale chiudere il divario di genere e investire in capitale umano, con programmi politici e leggi adeguate

"The State of Food and Agriculture 2010-11. Women in agriculture: Closing the gender gap for development" è il nuovo report FAO presentato in una conferenza stampa che si è tenuta a Roma con la partecipazione della Dr.ssa Terri Raney e organizzata da Professional Women's Association, il global forum di Roma che quest'anno compie ventuno anni. 
 
Dottorato in Economia Agraria e Commercio Internazionale, Master in Economia, Terri Raney è autrice di oltre 200 pubblicazioni, presentazioni, articoli e relazioni che trattano e approfondiscono argomenti legati all'alimentazione e all'agricoltura correlati, come le biotecnologie agricole, commercio internazionale e sicurezza alimentare. Risiede a Roma e lavora presso la FAO. Attualmente è una delle massime autorità nel campo dell'agricoltura e del settore alimentare e ha contribuito all'edizione del testo FAO 2011. 
 
Chiudere il divario di genere per favorire lo sviluppo, secondo Terri, è una necessità soprattutto in agricoltura, settore in cui le donne impiegate costituiscono il 43 per cento della forza lavoro, 20 per cento circa in America Latina, fino al 50 nell'Est e Sud-Est asiatico e nell'Africa Sub-Sahariana. Il settore agricolo rappresenta una fonte di sostentamento economico rilevante, di cui le donne sono parte integrante ma spesso anche emarginate: rispetto agli uomini infatti posseggono appezzamenti di terra più piccoli e di qualità inferiore, e il minor rendimento non è dovuto ad una minore specializzazione rispetto all'uomo, ma all'impossibilità di accedere alle risorse. 
 
Se le donne delle zone rurali avessero le stesse opportunità degli uomini in termini di accesso alla terra, alla tecnologia, alla scolarizzazione, ai servizi e ai mercati - si pensi al fatto che in alcune regioni del Sud-Est asiatico le donne non possono neanche aprire un conto in banca - la produzione agricola potrebbe aumentare del 20/30 per cento ed il numero delle persone che soffrono la fame potrebbe ridursi di drasticamente di 100/150 milioni di unità.
 
Sempre secondo la Dr.ssa Raney, assicurare maggiore equità alle donne nel settore lavorativo, fornire loro pubblici servizi e tecnologie, investire nel capitale umano femminile potrebbe realmente cambiare la qualità della vita nel mondo. Una buona politica e programmi mirati a miglioramento delle attuali condizioni di lavoro femminile possono veramente fare la differenza. 
 
Con la presentazione del report si inaugura un nuovo ciclo di conferenze promosse da Professional Women's Association, i cui membri sono donne professioniste italiane e straniere, provenienti da sedici paesi diversi, con sede a Roma. Il forum è nato nel 1992 sotto la presidenza di Cynthia Ehrlich, mentre adesso il presidente in carica è Carol Bourg che ha in programma dei seminari per il Comune di Roma per novembre 2011 per far conoscere l'operato dell'associazione e acquisire nuovi membri.
 
Per maggiori info visitate il sito www.pwarome.org
Mara Giuditta Urriani
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