01/01/2013 - 01:00

Sul Lupo, che i Parchi si facciano sentire!

E' incredibile ma sembra vero! Un ordine del giorno della Commissione Agricoltura della Camera dei Deputati, approvato alla unanimità, sollecita l'approvazione di una legge per l'abbattimento selettivo dei lupi italiani.
Quando si dice dialogo, collaborazione, impegno bipartisan... Se si tratta di aggredire la Natura, l'Ambiente, il Paesaggio del fu Belpaese... viene "naturale". Quest'ultima, incredibile notizia ne è la conferma: abbattere i lupi per prevenire i danni al patrimonio zootecnico; dimenticando l'abbandono cui sono stati e sono lasciati gli operatori di questo settore, specialmente quelli che vivono e lavorano in montagna.
Questa decisione, ad evidente contenuto demagogico, ha purtroppo incontrato il consenso di tutte le parti politiche pronte a scaricare su altri le proprie responsabilità. Questa volta, il responsabile dei fallimenti nella promozione e attuazione delle politiche agricole  è il "Lupo cattivo". Come poteva essere altrimenti? E allora, non è che, se l'agricoltura, l'allevamento, la montagna in generale continuano a soffrire di una crisi gravissima, le responsabilità sono di chi è stato e di chi è incapace di mettere in atto politiche innovative e moderne, di tradurre in programmi e progetti concreti, in sostegno attivo agli operatori, le consistenti risorse comunitarie e in particolare quelle della nuova Politica Agricola Comunitaria (PAC)?

Di chi non riesce a rendere concrete e produttive le notevoli risorse allocate nei Piani di Sviluppo Rurale delle Regioni?Come si può ignorare che la nuova PAC individua, anche per questo Settore, le migliori opportunità di uno sviluppo concreto e sostenibile, proprio nella conservazione e nella corretta gestione delle specie e degli Habitat?
Eppure, di "buone pratiche" ne esistono. L'azione quotidiana dei parchi nazionali e regionali, delle riserve naturali, pur tra tantissime difficoltà problemi e carenze di fondi, dimostra come uno sviluppo diverso sia possibile attraverso la produzione di qualità e la valorizzazione dei prodotti locali, la promozione territoriale e la partecipazione. Si tratterebbe, in fondo e semplicemente, di porre maggiore attenzione a queste problematiche, sviluppando con maggiore convinzione politiche agricole di sostegno, prevenzione (per quanto riguarda i danni da fauna protetta) e partecipazione. Non sono i Lupi il problema dell'agricoltura italiana!

Al contrario, essi hanno una funzione straordinariamente importante di equilibrio ecologico, di indicatore ambientale e di controllo sanitario del territorio.
Il Provvedimento legislativo ipotizzato non farebbe altro che riportare l'Italia indietro di decenni, vanificando tutte le azioni di tutela che hanno permesso di salvare dalla estinzione questa rarissima, preziosa e unica specie animale di cui l'Italia dovrebbe andare orgogliosa. Che i Parchi, tra i principali protagonisti di queste attività di conservazione, si facciano sentire: facciano sentire la loro voce a difesa del Lupo ma, in fondo, a difesa della Natura d'Italia e del loro stesso ruolo istituzionale. Il Presidente del Parco, Giuseppe Rossi, ha intanto inviato un telegramma ai Presidenti delle Commissioni Agricoltura e Ambiente di Camera e Senato, ai Ministri dell'Ambiente e delle Politiche Agricole, al Presidente del Consiglio dei Ministri, sollecitando il ripensamento della Commissione e la revoca del documento approvato.
Marilisa Romagno
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