01/01/2013 - 01:00

Clima: due giorni per informare su Cacun

Si è tenuta nei giorni scorsi a Roma, alla Città dell'Altra Economia, "Che tempo che fa", una due giorni di formazione e informazione su cambiamenti climatici, economia e lavoro.
Un confronto - organizzato da Amici dei Popoli, Fair, Fiom, Università Luiss e i due consorzi di ong europee Partnership for Change e Creating Coherence on trade and development, con il sostegno della Commissione Europea - per analizzare le ragioni che legano a doppio filo due fenomeni apparentemente lontani come la crisi del lavoro e quella ambientale e capire la crisi del nostro modello di sviluppo. All'appuntamento ha partecipato Maurizio Gubbiotti, responsabile del dipartimento internazionale di Legambiente, per esporre le proposte che il movimento ambientalista si appresta a portare a Cancun.

"La crisi climatica - ha detto Gubbiotti - sta accelerando e va combattuta con forza e concretezza. Ci auguriamo fortemente che alla conferenza sul clima di Cancun, che si aprirà nei prossimi giorni, vengano finalmente poste basi reali per un cambiamento di rotta e una vera lotta alle emissioni climalteranti. Con impegni vincolanti e chiari obiettivi di riduzione per i paesi industrializzati, ma anche con un nuovo protocollo che ridefinisca la posizione di Cina, India e Brasile e delle economie emergenti, indicando, anche, le azioni che i paesi in via di sviluppo intendono mettere in pratica per limitare la crescita delle emissioni prevista nei prossimi dieci anni.

Solo così sarà possibile invertire una tendenza che vede aggravarsi la situazione di intere popolazioni e di vasti territori, in particolare del Sud del mondo, che per primi stanno pagando il prezzo drammatico dell'innalzamento delle temperature, del livello del mare e dell'intensificazione di fenomeni meteorologici estremi.

Oltre a provocare crisi ambientali i mutamenti climatici aggravano le disuguaglianze tra paesi e quelle sociali - ha proseguito il responsabile del dipartimento internazionale di Legambiente -. Così, se il vertice di Copenaghen, un anno fa, è stato un'occasione persa nella lotta al cambiamento climatico - perché si è chiuso senza impegni vincolanti per la riduzione delle emissioni e senza scadenze precise per la sottoscrizione di un nuovo trattato internazionale - è vero anche che l'appuntamento ha dato un chiaro segnale del coinvolgimento della società civile e della sua preoccupazione per le conseguenze del riscaldamento del pianeta. Per la prima volta, una Conferenza Onu sul clima ha visto la partecipazione di decine di migliaia di persone e centinaia di organizzazioni ambientali e sociali da ogni parte del mondo. Tante persone diverse a chiedere di partecipare con responsabilità e attenzione al processo decisionale sul futuro del pianeta.

I governi - ha concluso Gubbiotti - hanno il dovere di rispondere. Dobbiamo spingerli a rispettare gli impegni presi e ad attuare soluzioni adeguate. A cominciare dai paesi industrializzati, che sono i maggiori responsabili della situazione attuale e che, entro il 2020, devono ridurre i gas serra almeno del 40% rispetto ai livelli del 1990. E su questo fronte, l'Europa non deve abbandonare la sua leadership, ma continuare a puntare con forza, nonostante le difficoltà, sullo sviluppo delle fonti rinnovabili e il potenziamento dell'efficienza energetica".
Tommaso Tautonico
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