01/01/2013 - 01:00

Storico Summit per salvare le tigri

Si svolgerà a San Pietroburgo i prossimi 21-24 novembre 2010 la tappa finale della grande campagna di sensibilizzazione promossa da WWF e TRAFFIC, il network internazionale promosso negli anni settanta dal WWF e dall'IUCN per il monitoraggio del commercio di specie per salvare gli ultimi esemplari di tigre presenti in natura.
Sotto la presidenza del primo ministro Vladimir Putin i capi di governo dei 13 Paesi che ospitano le ultime 3200 tigri rimaste in natura, le organizzazioni ambientaliste e importanti istituzioni nazionali e internazionali, tra cui la Banca Mondiale, si riuniranno per decidere le sorti di quest'icona della biodiversità asiatica.
WWF e TRAFFIC hanno per l'occasione presentato un nuovo rapporto sulla situazione di questa specie in natura e il breve documentario "Closing a deadly Gateway", che denunciano come ancora oggi il cruento commercio illegale di tigri e grandi felini lungo i confini di Myanmar, Thailandia e Cina stia continuando a decimare specie tra le più amate di sempre.
Negli ultimi dieci anni gli studi e le indagini condotte in Myanmar e Thailandia, infatti, hanno scoperto che sul mercato nero di animali vivi si possono ancora trovare specie rare come tigri o il raro leone asiatico, oltre a centinaia di loro parti, pelli, ossa, zampe e denti, tanto che solo per rifornire quei mercati si stima siano stati uccisi almeno 400 esemplari. 
Dal 1940 si sono già estinte tre sottospecie di tigre, mentre una quarta, la tigre della Cina meridionale, non viene più avvistata in natura da circa 25 anni, e dal 1998, l'ultimo Anno della Tigre, il loro habitat si è ridotto del 40%, arrivando ad occupare solo il 7% del loro range storico. 
In natura sono rimasti solo 3200 esemplari, sparpagliate tra la Siberia e il Sud-est asiatico.
 
Tra le principali cause della loro scomparsa c'è proprio il bracconaggio per il commercio illegale di parti del loro corpo o prodotti derivati assieme alla violenta deforestazione che sta distruggendo il loro habitat e ai cambiamenti climatici. 
"Con poco più di 3200 tigri rimaste in natura, il perdurare di un mercato nero di questa portata non può essere sottovalutato. Il commercio illegale rappresenta la minaccia più temibile e diretta alla sopravvivenza della tigre. E mette a rischio anche gli altri felini asiatici - ha dichiarato William Schaedla, direttore TRAFFIC del Sud-est asiatico - Le leggi sulle specie in Myanmar e Thailandia proibiscono il commercio di tigre e altri felini. Le autorità devono far sentire il peso di questa legge per affrontare i trafficanti."
"Fermare subito il commercio illegale e il bracconaggio è il nodo cruciale per salvare la tigre - ha spiegato Massimiliano Rocco, responsabile Specie e Traffic del WWF Italia - Con tutti i Paesi protagonisti riuniti insieme per un vertice storico sul futuro della tigre, il mercato nero deve essere al centro dei negoziati e di un'azione locale e globale senza precedenti, per sconfiggere il commercio illegale e promuovere azioni di conservazione che devono vedere impegnata tutta la comunità internazionale. Anche Paesi lontani come l'Italia devono assumersi le loro responsabilità, tanto più perché siamo tra i maggiori importatori di prodotti derivati dalla fauna e dalla flora selvatica di quella parte del mondo, e con le nostre scelte consumistiche rischiamo di favorire la distruzione di quei delicati ambienti. Ci aspettiamo un impegno dal settore delle imprese come dalle istituzioni per contribuire alla conservazione di questa specie."
 
In vista del vertice mondiale sulla TIGRE il WWF fa appello alla coscienza di ognuno di noi per raccogliere aiuti in tutto il mondo e sostenere sostenere così il lavoro di salvaguardia sul campo di ricercatori e personale specializzato.
Su www.wwf.it/tigre, per esempio, è possibile "adottare" la specie e dare il proprio contributo, sostenendo così le azioni di sorveglianza 24 ore su 24 contro i bracconieri, le indagini per combattere il commercio clandestino, l'istituzione di nuove aree protette e nuove regole nei Paesi in cui vive la tigre. 

Lisa Zillio
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