01/01/2013 - 01:00

Nuovi provvedimenti in difesa del Mare Nostrum

Su proposta del Ministro dell'Ambiente Stefania Prestigiacomo, il Consiglio dei Ministri ha varato due importanti provvedimenti in materia di difesa dell'ambiente marino.
Il primo, si legge nella nota ministeriale relativa, è uno schema di decreto del Presidente della Repubblica che istituisce una zona di protezione ecologica oltre il limite delle acque territoriali, con l'obiettivo di prevenire scarichi di sostanze inquinanti in acque internazionali ma contigue alle coste italiane

In quest'area, che interessa un ampio tratto di mare (fra cui la zona dell'alto Tirreno e del mar Ligure sui cui insiste anche il "Santuario dei Cetacei") nella parte nord del mediterraneo, si dispone l'istituzione di zone di protezione ecologica a partire dal limite esterno del mare territoriale italiano entro le quali saranno applicate tutte le misure di prevenzione e repressione dell'inquinamento marino, nonché di protezione dei mammiferi, della biodiversità e del patrimonio archeologico e storico.

Il secondo provvedimento, invece, è un decreto legislativo di recepimento della Direttiva Europea 2008/56 che istituisce un quadro per l'azione comunitaria nel campo delle politiche per l'ambiente marino.
La direttiva impone agli Stati membri di raggiungere entro il 2020 e sulla base di un approccio eco-sistemico il buono stato ambientale per le proprie acque marine.
Per questo, ogni Stato membro deve attuare, per ogni regione o sottoregione marina, una strategia che consta di una fase di preparazione e di un programma di misure.

Il provvedimento rappresenta quindi una strategia per combattere l'inquinamento e raggiungere un "equilibrio dinamico" tra un "buono stato ambientale" delle acque marine e uno sviluppo "sostenibile", al fine di ridurre od eliminare le "pressioni" e gli "impatti" connessi a tutte le politiche e tematiche settoriali suscettibili di provocare effetti sull'ambiente marino, quali, ad esempio, la politica della pesca, la politica agricola ed i trasporti.
Al Ministero dell'Ambiente, ovvero all'autorità competente ai fini della attuazione della direttiva, viene demandato il coordinamento delle attività previste dal provvedimento.
Lisa Zillio
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