01/01/2013 - 01:00

Bp blocca la fuoriuscita di petrolio. Sarà la volta buona?

Dopo 3 mesi di attesa e agonia per gli animali del golfo del Messico, finalmente è stato annunciato il blocco del flusso di petrolio nel mare della Louisiana (Usa). Ora tutto il mondo può respirare un sospiro di sollievo, sperando che sia la soluzione definitiva. Ma Bp non da certezze.
Ecco un resoconto dei fatti segnalati nelle ultime settimane che hanno preceduto la soluzione del blocco della fuoriuscita di petrolio nel Golfo del Messico:

3 luglio – Accordo tra Bp ed alcune associazioni ambientaliste per la salvaguardia delle tartarughe marine. Gli incendi controllati di petrolio diventavano un pericolo mortale per le tartarughe che venivano arse vive.

4 luglio – British Petroleum si gioca la carta della nave-balena (dal nome “A Whale”, letteralmente “Balena A”). E’ un enorme cargo in grado di raccogliere fino a mezzo milione di barili in un giorno.

5 luglio – In 2 mesi il titolo della Bp ha perso oltre il 50% del suo valore. Voci affermano che la Libia voglia approfittare del momento per acquistare una quota di azioni.

10 luglio – Si tenta l’arresto della fuoriuscita di petrolio con una nuova cupola, chiamata “Lower Marine Riser Package”.

13 luglio – Piazzato il nuovo tappo, non resta che attendere. Le successive 48 ore saranno cruciali per comprendere l’esito dell’operazione.

15 luglio – E’ fatta! Per ora le immagini ci mostrano l’acqua azzurra e non marrone. Non resta che incrociare le dita e sperare che duri.

Finalmente British Petroleum è riuscita a bloccare l’uscita di petrolio dal pozzo Macondo a 1.500 metri di profondità, grazie alla cupola di contenimento installata 3 giorni fa. Il tappo da 75 tonnellate ha bloccato la fuga di greggio e ha resistito alle prove di pressione predisposte dai tecnici che hanno potuto chiudere le valvole. Ma nonostante questo successo Bp non ha certezze che la struttura possa resistere né che sia definitiva.

La fine di questo dramma è stata possibile anche grazie alle forti pressioni che la multinazionale ha subito dai cittadini, dai divi di Hollywood come Robert Redford e Kevin Costner ed in particolare dal Presidente degli Stati Uniti. Barack Obama ha espresso la sua soddisfazione per il risultato, precisando però che si tratta ancora di una fase di test, e che bisogna attendere prima di esultare ed essere sicuri che nessuna goccia di petrolio finirà nel mare del golfo del Messico.

Il merito va anche ad associazioni come Greenpeace che hanno documentato con dei dossier i disastri e fatto domande scomode alla Bp.
L’apprensione di tutto il mondo è stata tanta, per quello che viene considerato il peggior disastro ambientale legato alla dispersione di petrolio in mare.


Marilisa Romagno
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