01/01/2013 - 01:00

Earth Day 2010 anche l'agricoltura è in prima linea

In occasione dell' "Earth Day 2010" il presidente della Cia Giuseppe Politi sottolinea l'importante contributo che i produttori agricoli possono dare per la tutela del nostro Pianeta. Obiettivi prioritari del settore: razionale uso dell'acqua, meno fitofarmaci, aumento delle produzioni di biomasse, più biologico e rimboschimenti.
"Anche gli agricoltori sono in prima linea per la difesa dell'ambiente, per vincere la sfida al riscaldamento globale, per tutelare la biodiversità. Per salvare il Pianeta. Abbiamo lanciato un programma preciso che prevede la riduzione del 15 per cento dell'uso dell'acqua, del 20 per cento dell'impiego di fitofarmaci, del 15 per cento delle lavorazioni superficiali dei terreni e, contemporaneamente, l'aumento del 25 per cento delle produzioni di biomasse, del 10 per cento del biologico e del 3 per cento dei rimboschimenti. Non solo. Ci battiamo per il recupero di antiche varietà per l"aridocoltura' e per la messa in produzione di 30/40 colture idroresistenti". Lo sottolinea il presidente nazionale della Cia-Confederazione italiana agricoltori Giuseppe Politi in occasione del 40° "Earth Day 2010", la Giornata mondiale della Terra, che si celebra oggi in 175 paesi e che quest'anno ha come tema "Buone pratiche personali per la riduzione della nostra impronta ecologica".
Insomma, una giornata per informare e sensibilizzare governi e cittadini su cambiamenti climatici, rifiuti, inquinamento, sprechi energetici. "Abbiamo davanti una sfida importante e decisiva; per questa ragione -rileva Politi- anche il mondo agricolo è mobilitato per raggiungere un obiettivo fondamentale, che è quello della tutela dell'ambiente in cui viviamo. Da qui l'esigenza di attivarsi subito con interventi finalizzati ad uno sviluppo realmente efficace e sostenibile. Uno sviluppo al quale anche l'agricoltura vuole fornire il suo contributo in modo concreto".
"Ed è proprio in tale logica che l'agricoltura può giocare un ruolo da reale protagonista nella sfida ambientale. Può ridurre -afferma il presidente della Cia- le sue emissioni in atmosfera e contribuire ad assorbire la CO² prodotta da altri settori produttivi. E questo può avvenire sia attraverso una diffusione delle produzioni biologiche, sia riducendo l'uso dei fertilizzanti e dei fitofarmaci, sia diminuendo le lavorazioni superficiali del terreno, sia avviando un adeguato sviluppo delle biomasse per finalità energetiche in sostituzione delle fonti fossili. Operazioni che possono abbattere le emissioni oltre il 50 per cento".
"Inoltre, da tempo -sostiene Politi- sollecitiamo un valido programma di rimboschimento e un diverso approccio nell'allevamento del bestiame. Ma anche modifiche nelle pratiche agricole attuali: ottimizzazione dell'uso del suolo, lavorazioni ridotte, l'uso di colture a radice profonda, differenti tipi di set-aside, la conversione da arativo a prato, la copertura invernale dei terreni, la manutenzione dei terrazzamenti, le rotazioni migliorative".
"Dunque, l'agricoltura, sebbene partecipi in misura ridotta all'emissione dei gas serra, rappresenta -rimarca il presidente della Cia- una chiave di volta per contrastare il degrado ambientale e, soprattutto, per combattere l'inquinamento climatico. Un'agricoltura impegnata contro il riscaldamento globale del Pianeta attraverso una serie di azioni da mettere in atto nei prossimi anni. Impegno che riaffermiamo con forza in occasione di questa particolare giornata finalizzata alla conservazione del nostro ambiente e ad uno sviluppo sostenibile. Una battaglia che ha come alleato anche il settore agricolo per portare avanti le strategie necessarie per salvare il mondo".
 
Tommaso Tautonico
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