01/01/2013 - 01:00

Come ridurre il proprio impatto ambientale pro capite attraverso l'alimentazione

Durante una delle sessioni della 'Quinta conferenza ministeriale su ambiente e salute', promossa dall'Organizzazione mondiale della sanita' e attualmente in corso a Parma, il Comitato nazionale del Cipe ha deciso di adottare un programma nazionale per la riduzione dell'impronta di carbonio nel sistema agroalimentare.
All'agricoltura, infatti, si devono almeno il 22% di tutte le emissioni di gas serra prodotte dalle attivita' umane, mentre fonti Fao riferiscono che il ciclo di produzione della carne per l'alimentazione umana e' responsabile di almeno l'80% delle emissioni agricole.
Secondo uno studio pubblicato sull'Animal Science Journal, un chilo di carne produce l'equivalente quantita' di CO2 emessa da una macchina di media grandezza ogni 250 Km percorsi e brucia l'energia necessaria a illuminare una lampadina da 100 Watt per 20 giorni.
Inoltre, piu' di due terzi dell'energia viene spesa per produrre e trasportare il mangime per gli animali.
Dai dati è facile evincere che l'alimentazione e' responsabile del 25% dell'impatto ambientale di ciascun individuo.
Ai primi posti della piramide dei cibi a maggiore impatto ambientale si trovano carne, pesce e uova seguiti da latte, formaggio e burro, mentre agli ultimi posti zucchero, pane, miele, vegetali e frutta.
Il direttore generale del ministero dell'Ambiente Corrado Clini ha spiegato che "a livello europeo potrebbe emergere anche un'ipotesi di direttiva per regolamentare il settore agro-alimentare e degli allevamenti zootecnici per ridurre le emissioni", mentre a livello nazionale "si potrebbe lanciare una iniziativa affinche' l'impronta ecologica di carbonio venga riportata sulle etichette dei cibi venduti, come gia' accade in alcuni Paesi".
Lisa Zillio
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