01/01/2013 - 01:00

Falliti gli obiettivi per arginare la perdita di biodiversità

Nell'ambito della Diversitas Open Science Conference di Città del Capo, 300 esperti hanno annunciato che non saremo in grado di mantenere gli obiettivi del countdown 2010 per arginare la crescente e sempre piu' veloce perdita di biodiversità; si e' inoltre evidenziato un catastrofico declino della biodiversità delle acque dolci, l'urgenza di realizzare nuovi strumenti per monitorare la biodiversità ed informare i decisori politici e la necessità che la scienza della biodiversità si trasformi da "campanello di allarme" a strumento per trovare le soluzioni.
Durante la sesta Conferenza delle Parti della Convenzione Onu sulla diversità biologica (Cdb) del 2003, 123 ministri dell'ambiente del mondo si impegnarono a «raggiungere, entro il 2010, una riduzione significativa del tasso attuale di perdita della biodiversità a livello locale, nazionale e regionale, come contributo alla riduzione della povertà e per il beneficio di tutta la vita sulla Terra».
Ma i dati attuali sono sconfortanti, infatti secondo Georgina Mace dell'Imperial College London e vicedirettore di Diversitas «Sarà di certo mancato l'obiettivo di ridurre il tasso di perdita di biodiversità entro il 2010, e quindi perderemo anche  gli obiettivi ambientali per il 2015 compresi nei Millennium development goals delle Nazioni Unite per migliorare la salute e le condizioni di vita per le persone più povere e più vulnerabili del mondo. È difficile immaginare che vi sia un aspetto che merita un approccio più prioritario della tutela dei servizi ecosistemici, che esistono anche grazie alla biodiversità. La biodiversità riveste un ruolo centrale nel consentire agli esseri umani di avere cibo, combustibili, acqua pulita e condizioni climatiche adeguate. Gli ecosistemi cambiano sempre più rapidamente, così come procede a un ritmo sempre più serrato la perdita di biodiversità. Dal 1992 in poi anche le stime più prudenti sono concordi nell'affermare che un'area di foresta tropicale, con un'estensione maggiore a quella della California, è stata trasformata per ottenere principalmente generi alimentari e combustibili. La rapidità di estinzione delle specie ha subito un'accelerazione di 100 volte superiore rispetto all'epoca pre-umana e il ritmo è destinato a crescere. Tuttavia, la situazione non è senza speranza. Tuttavia ci sono ancora alcuni step disponibili che potrebbero aiutarci, ma non possiamo perdere queste occasioni. Un'azione incisiva avrebbe dovuto essere iniziata già anni fa. The next best time is now».
Diversitas è un programma internazionale per la biodiversità, istituito nel 1991 dall'Unesco, dallo Scientific Committee on Problems of the Environment e dall'International Union of Biological Science, con l'obiettivo di trattare gli aspetti scientifici associati alla perdita di biodiversità e alle modifiche della stessa a livello mondiale.
Anne Larigauderie, direttore esecutivo di Diversitas sottolinea «La complessità intrinseca alla valutazione dei servizi ecosistemici ha portato a una negazione del fenomeno da parte del mondo politico e alla perdita permanente di specie essenziali per il buon funzionamento dell'ambiente. Per questo è importante lo scambio di conoscenze all'interno della comunità scientifica».
Per arginare la crescente perdita di specie, il programma Diversitas chiede di individuare nuovi obiettivi sostenuti da una più ampia base scientifica e gli scienziati riuniti in Sudafrica si sono detti favorevoli alla creazione di un organismo internazionale per la biodiversità analogo all'Ipcc per i cambiamenti climatici, per fare in modo che la comunità scientifica che si occupa di biodiversità possa esprimersi.
Questo nuovo organismo, già proposto dall'Unep, richiede l'approvazione dell'Assemblea generale dell'Onu.
Secondo il presidente di Diversity Hal Mooney «E' davvero necessario un grande accordo per la sensibilizzazione su quel che riguarda la minaccia planetaria rappresentata dalla perdita di tante specie. L'odierna attenzione della scienza per la biodiversità, però, sta evolvendo per s descrivere alla politica quali siano i rilevanti problemi da risolvere. Aumentano gli esperti per questa sfida immensa, per questa crisi si sviluppano soluzioni interdisciplinari e basate sulla scienza, mentre accelerano i progressi verso la costruzione di nuovi meccanismi. Gli scienziati della biodiversità sono sempre più impegnati in dibattiti politici».
Infine, si e' parlato anche di come riuscire a creare il global biodiversity observing system (Geo-Bon) con l'obiettivo di migliorare sia la copertura e la consistenza sia delle osservazioni sul terreno che attraversi o il telerilevamento.
Per Robert Scholes, a capo di Ceo-Bon e organizzatore della conferenza sudafricana, «Geo-Bon ci aiuterà ad avere una "comprehensive baseline" con la quale gli scienziati potranno seguire le tendenze della biodiversità e valutare lo stato di tutti i generi di servizi ecosistemici. La mancanza di tali informazioni è diventata evidentemente acuta durante la preparazione del Millennium Ecosystem Assessment, e nella formulazione degli obiettivi Cdb per il 2010» .
Lisa Zillio
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