01/01/2013 - 01:00

L'UNEP lancia l'allarme sulla perdita di foreste marine

A meno di 60 giorni dalla Conferenza sul Clima di Copenaghen, il rapporto 'Blue Carbon: the Role of Healthy Oceans in Binding Carbon', realizzato dal Programma per l'Ambiente delle Nazioni Unite (Unep) e presentato in occasione del National Marine Month in Sud Africa, denuncia la grave perdita da parte della Terra dei propri serbatoi naturali di anidride carbonica, capaci di immagazzinare fino al 50% delle emissioni.
Gli oceani e, in particolare, gli ecosistemi costieri costituiti da piante acquatiche, palustri e foreste di mangrovie, sono capaci di sequestrare fino al 50% delle emissioni totali di CO2, immagazzinandola per millenni (al contrario dei pochi secoli di quella catturata dalle foreste terrestri).
Purtroppo pero' stiamo assistendo ad una perdita repentina di queste risorse: ben il 7% l'anno.
In alcune zone dell'Asia, poi, addirittura il 90% delle mangrovie, piante che crescono nell'estuario dei fiumi, e' andato distrutto dal 1940 ad oggi.
La situazione e' ancora piu' critica se si pensa che, arginando la distruzione di piante acquatiche e palustri con opportune politiche di protezione e stanziando fondi, si riuscirebbe ad aumentare il sequestro di anidride carbonica del 25%, una quota che aiuterebbe a contrastare i danni dei cambiamenti climatici.
Le soluzioni proposte nel rapporto per contrastare la grave perdita di piante acquatiche e palustri sono diverse: innanzitutto bisognerebbe stanziare un fondo da destinare alla protezione degli ecosistemi marino e costiero che godono di minore considerazione rispetto alle foreste terrestri e perseguire politiche di riforestazione, come sta gia' avvenendo in alcuni stati.
Tra gli esempi virtuosi il Vietnam, per le mangrovie, e l'Europa e gli Stati Uniti, per le piante palustri.
Un altro ecosistema particolarmente efficace nel sequestrare Co2, ma altrettanto in pericolo, e' il terreno ricco di torba caratteristico delle zone umide.
Il Wwf Italia afferma che, nonostante questo ecosistema occupi solo il 6% della superficie terrestre, riesce a sequestrare il 35% della Co2.
Purtroppo pero' nell'ultimo secolo circa il 60% del patrimonio mondiale di questo ecosistema e' andato distrutto; il 90% nella sola Europa e in Italia ne sopravvive oggi appena lo 0,2% dei tre milioni di ettari originari.
Lisa Zillio
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