01/01/2013 - 01:00

Global Warming, ingentissimi i costi del non fare per gli Usa

Una ricerca UCS valuta i danni economici che potrebbero essere causati dal riscaldamento globale negli USA - nel caso di nessuna azione di contrasto - giungendo a cifre annuali rilevantissime.
Di fronte alle conseguenze indotte dai cambiamenti climatici, i costi economici del "non fare" risultano di gran lunga superiori a quelli necessari per arrivare all'obiettivo della stabilizzazione delle emissioni di gas serra in atmosfera.
È questa la conclusione ribadita dal rapporto "Climate Change in the United States: The Prohibitive Costs of Inaction" pubblicato dalla Union of Concerned Scientists (UCS - la principale associazione scientifica non governativa impegnata per la tutela dell'ambiente negli USA). Il rapporto ha analizzato oltre 60 studi e ricerche realizzati negli ultimi anni negli USA per tentare di quantificare i costi dell'inazione di fronte alla progressione del riscaldamento globale.
Secondo il rapporto l'innalzamento del livello del mare, uragani più intensi, inondazioni, compromissione delle risorse idriche, danni all'agricoltura e declino della salute pubblica sono le principali conseguenze del "non fare" che concorrerebbero ad aggravare in misura insostenibile il bilancio economico nazionale. Nel loro insieme questi costi ammonterebbero a centinaia di miliardi di dollari l'anno in termini di danni (dall'1,4% del PIL nel 2005 all'1,9% nel 2100), che il rapporto della UCS analizza in dettaglio ripartendoli per i singoli Stati degli USA.
A titolo di esempio, solo l'effetto ascrivibile all'incremento di numero e di potenza degli uragani, potrebbe causare danni di oltre 110 miliardi di dollari l'anno entro il 2100 solo nella Florida, e senza considerare le altri voci come l'innalzamento del mare, che a sua volta a fine secolo potrebbe costare alla Florida fino a 60 miliardi di dollari l'anno.
A fronte delle enormi spese legate ai danni del riscaldamento climatico, e che per effetto dell'inazione occorrerà mettere in preventivo, i sacrifici richiesti per sviluppare le azioni di contrasto e di mitigazione risultano estremamente più contenute. Il rapporto UCS ricorda, ad esempio, che secondo le stime fornite dal Dipartimento dell'Energia (DOE) i programmi di promozione dell'energia pulita e di riduzione delle emissioni perseguiti dalla nuova amministrazione USA costerebbero al cittadino americano un aggravio non superiore ai 10 dollari al mese sulle bollette energetiche entro il 2020.
Dino Bortone
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