10/10/2014 - 15:00

Efficienza energetica, opportunità per il futuro di imprese e mondo del lavoro

In 5 anni un aumento del Pil dello 0,4% e mezzo milione di nuovi posti di lavoro in Italia. Fondi fruibili dalle imprese per un totale di 60 milioni di euro l'anno e finanziamenti a "impatto zero". Roedl&Partner e Ance Padova fanno scuola alla Smart Energy Expo di Verona.
L'efficienza energetica come veicolo di nuove opportunità per imprese, Pubblica Amministrazione e settore dell'occupazione: queste le tematiche al centro del convegno "Fare impresa con l'efficienza energetica: il decreto legislativo 102/2014", tenutosi ieri nel contesto della Smart Energy Expo di Verona e organizzato da Cantiere Efficienza, lo sportello attivo a Padova che offre consulenza legale, tecnica e finanziaria necessaria alla realizzazione di progetti di efficientamento energetico degli edifici.

La direttiva sull'efficienza energetica
Motore del dibattito, il recepimento della direttiva sull'efficienza energetica (D. Lgs 102/2014) in merito al quale è stato fissato dall'Italia un obiettivo di riduzione dei consumi per il 2020 del 24% rispetto al consumo del 2007 (la media europea stabilita è il 20%). Finora in due anni è stato coperto circa il 15% dell'obiettivo. A partire da luglio 2015 saranno richieste ad enti pubblici e privati prestazioni di efficienza molto più alte rispetto agli attuali requisiti minimi; in seguito, entro il 5 dicembre 2015, subentrerà l'obbligo per i grandi edifici e per le imprese energivore di effettuare la diagnosi energetica dei propri siti, sottoponendosi ai cosiddetti "audit": ciò comporterà la necessità di una riqualificazione energetica del patrimonio immobiliare pubblico e privato.

I fondi
Non solo imposizioni, tuttavia: l'efficientamento offre anche importanti possibilità alle imprese per intraprendere progetti di riqualificazione razionalizzando il proprio processo produttivo e stimolando una continua propensione all'innovazione in un paese in cui il settore manifatturiero riveste un ruolo fondamentale. Il Governo italiano mette infatti a disposizione 15 milioni di euro all'anno che, sommati ad altri 15 messi a disposizione dalle regioni, e ad altri fondi strutturali, realizzano un totale di circa 60 milioni di euro all'anno fruibili dalle imprese. Esiste inoltre il sistema dei certificati bianchi, Titoli di Efficienza Energetica (TEE) che certificano i risparmi energetici conseguiti da vari soggetti e consentono un rimborso fino al 30% dell'investimento.

Soluzioni per il credito
Un problema da superare riguarda la difficile finanziabilità degli investimenti per la riqualificazione: i tempi di ritorno sono percepiti come troppo lunghi dalle banche, che non accettano come garanzia i flussi di cassa generati dal futuro risparmio energetico. Istituti di credito ed ESCo (Energy Service Company) chiedono a tal proposito una creazione di fondi di garanzia per essere protetti da ritardi nei pagamenti, insolvenze o delocalizzazioni. Realtà come Cantiere Efficienza, tuttavia, fungono anche da viatico per mettere a contatto le imprese con istituti che invece credono nel progetto dell'efficienza: in sinergia con lo sportello, infatti, vengono elaborati piani di finanziamento ad hoc effettuando anzitutto un pre-audit energetico gratuito, finalizzato a fornire un check-up dello stato di fatto e delle aree di miglioramento, con una prima indicazione delle possibili soluzioni tecniche. La dottoressa Paola Rusconi, di Mediocredito Italiano, sottolinea l'esistenza di finanziamenti a "impatto zero", che risolvono il problema dell'investimento a lungo temine: la durata del finanziamento è tale da "neutralizzare" l'impatto dell'investimento sui flussi finanziari dell'impresa, in quanto la rata da versare coincide con il risparmio sulla bolletta.

Vantaggi occupazionali
L'efficienza offre prospettive rosee anche in ambito occupazionale: come sostiene il dottor Paolo Bertoldi, dell'European Commission DG JRC, "Nel settore dell'efficienza energetica collaterale sarà la creazione di nuovi posti di lavoro, che entro il 2020 potrebbero arrivare a 2 milioni in Europa, dei quali mezzo milione solo in Italia. Servono tecnici specializzati, dotati di certificazione standard per le operazioni di riqualificazione".
La situazione della PA
Un ruolo primario riconosciuto dalla direttiva è assegnato alla Pubblica Amministrazione. Allo stato attuale, il consumo del settore pubblico è una parte importantissima del PIL dell'Unione Europea (circa il 19%); il rendimento energetico medio del patrimonio immobiliare esistente, edifici pubblici inclusi, è tuttavia molto basso, nonostante il fatto che una ristrutturazione potrebbe portare un risparmio energetico fino al 60%. Le nuove proposte in seguito al recepimento della normativa da parte della PA implicano acquisto di prodotti, servizi e costruzioni con elevati standard di efficienza energetica; la ristrutturazione con obiettivo annuo del 3% degli edifici pubblici superiori a 250 mq; l'introduzione di piani di efficienza energetica locale e introduzione di sistemi di gestione dell'energia, comprese le diagnosi energetiche, il ricorso alle ESCo e ai contratti di rendimento energetico per finanziare le riqualificazioni energetiche degli immobili di proprietà pubblica e migliorarne l'efficienza a lungo termine. Infine, un uso sistematico dei contratti di rendimento energetico, o di prestazione energetica (EPC, Energy Performance Contract) introdotti con il D. Lgs. 115/08 ed attualmente sfruttati per un minimo del loro potenziale. Si tratta di accordi contrattuali che prevedono pagamenti in funzione del livello di miglioramento dell'efficienza energetica o di altri criteri di prestazione energetica concordati.

Ance Padova: le prospettive future
"Il consumo di energia in Europa è rappresentato per il 40% dagli immobili", afferma Luigi Ometto, Presidente di Ance Padova, Ad amplificare tale incidenza, già di per sè consistente, il fatto che ad oggi l'Europa importi più della metà dell'energia che utilizza. Se nulla cambierà contestualmente a tali consumi, la nostra dipendenza dalle importazioni di combustibili fossili è destinata ad aumentare esponenzialmente, con costi elevati per enti pubblici e privati. "A fronte di un adeguamento virtuoso alla Direttiva da parte di PA e aziende, invece, stimiamo un aumento del Pil dello 0,4% in 5 anni".
Marilisa Romagno
autore