14/06/2014 - 13:00

Energia: il 15 giugno l'Europa festeggia il Wind Day, la festa dell'eolico

Il 15 giugno si festeggia l'eolico in tutta Europa con il Wind Day, la giornata del vento promossa dall'Ewea, l'associazione europea dell'energia eolica e dal Gwec, il Global Wind Energy Council, e nata proprio per far capire come dal vento possa arrivare energia pulita a prezzi competitivi in tutto il Mondo. E in Italia i risultati lo dimostrano con chiarezza.
Complessivamente sono 8.650 MW installati in Italia a fine 2013, tra impianti di grande taglia e mini eolico, che hanno consentito di soddisfare i fabbisogni di oltre 5,5 milioni di famiglie attraverso 14,8 TWh prodotti dal vento (quasi il 5% dei consumi complessivi). In ogni parte del mondo cresce la potenza eolica installata, che negli ultimi dieci anni è decuplicata, con oltre 300 GW installati e per il 2014 si stima che le nuove istallazioni potranno raggiungere i 47 GW di potenza. "L'eolico è oggi una realtà in Italia e in tutti i continenti che nessuno può più considerare marginale -dichiara Edoardo Zanchini, vice presidente di Legambiente-. In particolare in un periodo di crisi e di necessità di ridurre consumi e importazioni di fonti fossili, un Paese come l'Italia ha tutto da guadagnare nel puntare sull'eolico. Oggi siamo a un passaggio decisivo, perché le rinnovabili garantiscono oltre un terzo dell'energia elettrica consumata in Italia e possiamo costruire un modello energetico moderno e distribuito incentrato su efficienza energetica e rinnovabili".

Legambiente con il Wind Day lancia anche un appello al Governo Renzi perché intervenga rispetto ai troppi problemi e veti che fermano lo sviluppo di impianti eolici. Il principale problema su cui intervenire riguarda le regole, perché in tante Regioni è di fatto impossibile realizzare nuovi impianti eolici: dalla Sicilia alla Sardegna, dall'Emilia Romagna alle Marche, norme e linee guida bloccano ogni tipo di progetto. Inoltre, le Soprintendenze sempre più spesso bloccano i progetti anche quando sono al di fuori di aree protette e di vincoli per un pregiudizio estetico sempre più evidente. Ultimo caso è il progetto di 4 torri bocciato nei comuni di Vado Ligure e Quiliano, fermato proprio per ragioni estetiche dopo aver avuto una VIA positiva da parte della Regione. "Occorre fare finalmente chiarezza rispetto alle regole per l'approvazione degli impianti eolici, perché l'incertezza delle procedure sta diventando una barriera insormontabile ovunque -ha continuato Zanchini-. Basti dire che a fronte di 15 progetti presentati per impianti off-shore nessuno è in funzione o in cantiere, per l'assenza di qualsiasi riferimento normativo e per i veti di Regioni e Soprintendenze".

Per l'eolico off-shore non sono infatti in vigore neanche le linee guida nazionali introdotte nel 2010, e la situazione di conflittualità è tale che vengono bocciati anche progetti a diversi chilometri dalla costa o davanti all'impianto siderurgico di Taranto. Legambiente chiede dunque al Governo di intervenire con un provvedimento che affronti questi temi come fatto negli altri Paesi europei, dove la gestione dei progetti avviene in maniera molto diversa e trasparente. In Spagna, ad esempio, il Governo nazionale ha approvato un piano che individua le aree incompatibili con la realizzazione di impianti eolici per ragioni ambientali o di rotte di navigazione commerciali o militari. Così nelle altre aree si possono proporre impianti da sottoporre a valutazione. In Francia è stata scelta una procedura differente, che prevede l'individuazione da parte del Governo delle aree dove realizzare impianti eolici off-shore. E in questi mesi si sono aperte gare trasparenti per la selezione delle proposte, individuati incentivi ma anche vantaggi per i territori. Procedure analoghe devono essere introdotte anche in Italia in modo da superare l'attuale situazione, e permettere alle imprese di avere certezze rispetto agli investimenti, escludendo le aree incompatibili e fissando criteri per la selezione delle proposte.

Un ritardo rilevante lo sconta il nostro Pase anche rispetto al tema dell'interazione tra impianti e avifauna, al momento infatti non vi sono regole nazionali o linee guida in materia. L'obiettivo anche qui dovrebbe essere di alzare il livello del confronto scientifico su questi temi, per aprire un confronto con Regioni, studiosi, associazioni, al fine di evitare o limitare al minimo gli impatti nei confronti della biodiversità, studiando attentamente le diverse situazioni territoriali e le specie presenti. "Al Governo chiediamo di cambiare marcia rispetto alla situazione degli impianti eolici nel territorio italiano -ha proseguito Zanchini-. Per continuare nella crescita delle installazioni si deve intervenire con politiche attente ai territori, come la sostituzione e il repowering degli impianti esistenti, la realizzazione di nuovi progetti di piccola e grande taglia integrati nel paesaggio e poi attraverso impianti off-shore nei tratti di costa dove le condizioni di vento e ambientali lo consentono". Legambiente stima una potenzialità dell'eolico pari al 10% dei fabbisogni elettrici italiani complessivi con lungimiranti politiche di sviluppo degli impianti e di efficienza energetica, che sarebbero una garanzia importante per un futuro energetico realmente sicuro e pulito.
Tommaso Tautonico
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