03/06/2014 - 13:27

FederPetroli chiede al ministro Guidi di chiarire la rotta del governo sullo sfruttamento degli idrocarburi

Affrontare una volta per tutte la questione della ricerca e dello sfruttamento degli idrocarburi nel nostro Paese. A chiederlo è il presidente di FederPetroli Italia, Michele Marsiglia, che in una nota chiede al governo di mettere a punto una politica di supporto all'industria petrolifera che valuti attentamente tutte le problematiche della filiera energetica.
A preoccupare la federazione dei petrolieri è soprattutto la mozione di fermo all'industria petrolifera, ed in particolare delle trivellazioni a terra e in mare, approvata lo scorso mese di aprile dall'Aula del Senato. Il documento, di cui è primo firmatario il presidente della commissione Ambiente di palazzo Madama, Giuseppe Marinello (Ncd), ha impegnato tra l'altro il governo ad operare una ricognizione di tutta la disciplina in materia, a rivalutare il complesso delle autorizzazioni per la ricerca, le prospezioni e le perforazioni in mare, a prevedere, in maniera chiara ed univoca, che il parere degli enti locali sulle installazioni da assoggettare a valutazione di impatto ambientale (VIA) sia acquisito e vagliato come parte integrante dello stesso procedimento di Via. E ancora. La mozione approvato dall'Aula di palazzo Madama ha anche impegnato l'esecutivo a valutare quale sia l'effettiva produttività dei giacimenti in esercizio nel nostro Paese e a promuovere in tutte le sedi opportune iniziative volte a definire una comune strategia con tutti gli altri Paesi del Mediterraneo per una severa regolazione dello sfruttamento di giacimenti sottomarini di idrocarburi nell'intero bacino.
 
Con l'approvazione di questa mozione (che però ricordiamo essere un atto di indirizzo politico che non ha vincoli giuridici per il governo) è chiara dunque la volontà di fermare le attività di trivellazioni in Italia, una decisione che però, sottolinea Marsiglia, è in netto conflitto con le recenti dichiarazioni sull'argomento fatte dal ministro dello Sviluppo economico, Federica Guidi.  Il presidente di FederPetroli si riferisce a quanto recentemente affermato dal ministro nel corso dell'Assemblea nazionale di Confindustria. Nel corso del suo intervento la Guidi ha infatti affermato di non gradire molto l'impostazione data al dibattito sulla ricchezza del nostro sottosuolo. "Il problema non è capire se le risorse disponibili sono o non sono molte ma, al contrario, è sfruttarle appieno" ha detto il ministro. 
 
"Riprendere le esplorazioni di idrocarburi è un passaggio a cui non possiamo rinunciare per arrivare a una bolletta energetica più leggera e sostenibile. Certamente non va sacrificata la piena sicurezza ambientale, questo principio non è in discussione. Il nostro Paese vanta il rispetto dei più elevati standard internazionali sulla tutela ambientale. Ma non possiamo neanche permettere che intransigenze ambientaliste o resistenze locali blocchino esigenze nazionali di questa portata" ha detto la Guidi. Le crisi in Libia e in Ucraina e la recente riunione del G7 Energia a Roma hanno sottolineato il valore di bene comune da attribuire alla sicurezza energetica ha continuato il ministro ribadendo come "un oculato ma convinto sfruttamento delle nostre risorse di idrocarburi ne sia un tassello imprescindibile".
 
Investimenti infrastrutturali volti alla diversificazione delle fonti e delle rotte di approvvigionamento non solo contribuiscono alla riduzione della bolletta energetica, ma possono anche costituire uno stimolo straordinario per l'occupazione, soprattutto al Sud, ha concluso il ministro Guidi. 
 
A tale proposito il presidente Marsiglia ribadisce l'esigenza del settore di avere, da parte dell'esecutivo, risposte chiare e concrete. "Le campagne elettorali finiscono, ma le nostre aziende devono andare avanti. Se il "ministro Guidi vuole entrare nel merito, non solo quando la Croazia prende decisioni, bisogna che istituisca un Tavolo tecnico costante e di aggiornamento sulla questione, non una tantum" conclude Marsiglia.
 
Sull'argomento si era espresso qualche tempo fa anche l'ex presidente della Comunità Europea, Romano Prodi che, in un'intervista su "Il Messaggero", aveva ribadito la necessità per l'Italia di investire nella produzione di idrocarburi, in particolare petrolio e metano. "Il nostro Paese potrebbe, sulla base dei progetti già individuati, almeno raddoppiare la sua produzione di idrocarburi (petrolio e metano) a circa 22 milioni di tonnellate equivalenti petrolio entro il 2020" ha detto Prodi sulle pagine del quotidiano. "Solo con questo significherebbe alleggerire la nostra bilancia dei pagamenti di circa 5 miliardi di euro ed aumentare le entrate fiscali dello Stato di 2,5 miliardi ogni anno. Si attiverebbero inoltre investimenti per oltre 15 miliardi, dando lavoro alle decine di nostre imprese che operano in ogni angolo del mondo ma sono impossibilitate a farlo nel loro Paese" aveva concluso Prodi. 
Rosamaria Freda
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