24/11/2013 - 23:03

Le nuove frontiere del rinnovabile in Singapore

La piccola repubblica del Sud-est Asiatico mira a nuove politiche ed azioni per alimentare l'uso di fonti energetiche rinnovabili e limitare gli sprechi.
Singapore è una Repubblica insulare dalle ridotte dimensioni territoriali, ma da sempre attenta al ridurre gli sprechi ed utilizzare fonti rinnovabili. Attraverso il programma Singapore Green Plan iniziato nel 1992 il governo ha iniziato una progressiva riduzione del consumo di petrolio a favore del gas. Tale politica ha spinto la produzione di elettricità attraverso il gas fino a giungere oggi all'80%. La riduzione di consumi da fonti derivate dal carbonio mira ad essere ridotta del 20% nel 2020 e del 35% nel 2030 rispetto ai livelli del 2005.
 
A causa delle ristrette disponibilità territoriali e non avendo a disposizione risorse idriche o geotermiche, il governo, al fine di limitare l'importazione di gas, sta attuando politiche volte all'uso delle rinnovabili. Nei pressi dell'isola di Sentosa, sono state installate due turbine sperimentali che utilizzano il movimento delle maree per produrre energia. Tali impianti, di ridotte dimensioni, sono in grado di produrre un kilowatt ora di elettricità, tanta da poter alimentare 70 lampadine fluorescenti.
 
Secondo S. Iswaran, Ministro degli Affari interni, del Commercio e dell'Industria, Singapore deve esplorare tutte le alternative possibili per sviluppare un'energia sicura, stabile ed integrata. Sono nati così progetti per i sistemi "Micro Grid"; si tratta di circuiti di distribuzione energetica in miniatura adattabili ai vari contesti urbani, ai bisogni specifici ed a varie fonti di reperimento di energia. Tali circuiti si integrano benissimo con altre fonti energetiche in via di sperimentazione molto diffuse nel Paese come il biodiesel ed i pannelli solari. Questi ultimi hanno avuto un notevole successo negli ultimi anni e promettono di ripagare l'investimento iniziale per il recente futuro.

(autore: Emanuele Messina)
Redazione
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