17/06/2013 - 12:41

Energie rinnovabili, gli stranieri non investono più in Italia

Troppa burocrazia e regole complesse. Ecco perché agli investitori stranieri non piace più puntare sulle energie rinnovabili nel nostro Paese
Negli ultimi anni avviene sempre più di frequente che, nel mettere le tariffe di energia elettrica più convenienti a confronto, i consumatori non si rivolgano incondizionatamente al risparmio, ma cerchino soluzioni in grado di garantire una fornitura derivante da fonti di produzione rinnovabili.
 
Nel giro di un paio d'anni l'Italia è passata dall'essere un Paese attraente per investire nelle rinnovabili (con un conseguente peso relativo delle tariffe sull'energia elettrica e gas) a una macchina burocratica complessa, che allontana gli investitori stranieri. Questo è quanto emerso, tra l'altro, da un Rapporto di Ernst & Young, il "Renewable energy country attractiveness index" che è giunto alla sua decima edizione. Rispetto a tre anni fa i livelli delle incentivazioni ora sono decisamente più bassi, ma ciò nonostante l'Italia rimane tra i Paesi più generosi. 
 
Ed allora, come si spiega il calo degli investimenti stranieri in Italia? Ebbene, gli investitori esteri guardano anche ai costi aggiuntivi legati alle procedure farraginose per l'accesso agli incentivi, così come le regole, spesso poco chiare, sono spesso altrettanto inaffidabili in quanto cambiano in continuazione e quasi sempre in maniera restrittiva e penalizzante. Del resto, di questo aspetto si accorgono anche i consumatori che vogliano installare un impianto rinnovabile nella propria abitazione, magari approfittando delle promozioni di alcuni operatori specializzati (dall'offerta di Sorgenia a Enel Green Power, ndr).
 
Di conseguenza l'Italia è uscita dalla top ten delle nazioni più interessanti per investire nelle rinnovabili a tutto vantaggio di Paesi, peraltro economicamente anche più robusti, come la Gran Bretagna e la Germania. Quando invece si guarda fuori dai confini europei, allora non solo lo straniero ma anche imprese italiane operanti nelle rinnovabili preferiscono puntare sulla Cina, sugli Stati Uniti e sul Canada senza dimenticare le prospettive interessanti che sono in grado di offrire nel medio e nel lungo termine Paesi come l'India ed il Brasile. 
 
Il Global advisory leader per il settore energia e utilities della Ernst & Young, Andrea Paliani, ha sottolineato come l'Italia sulle rinnovabili, dopo essere stato tra i Paesi guida, è ora diventato attraente agli occhi degli investitori esteri principalmente non per investire sulla realizzazione di nuovi impianti, ma per rilevare le quote di società di piccole e medie dimensioni che possiedono impianti già in esercizio.
Un vero peccato se si pensa a quanto sia ricco il nostro territorio e quanto potremmo sfruttarlo nel migliore dei modi senza nuocere ancora di più all'ambiente e anzi producendo profitto e ritornando ad essere appetibili anche per i mercati esteri. 
SuperMoney
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