18/01/2013 - 13:51

Bloomberg, giù gli incentivi per le energie rinnovabili

Un rapporto Bloomberg svela che gli investimenti sulle energie rinnovabili sono in calo. Nuovi segnali positivi arrivano dai Paesi emergenti
Le nuove tecnologie permettono anche ai privati di produrre energia sostenibile, in modo autonomo, ed è sempre più vicina per tutti i consumatori la possibilità di contenere il costo dell'energia.
Il metodo più diffuso per riuscire ad arginare i costi relativi alle utenze domestiche è certamente il confrontare le tariffe di energia più convenienti sul mercato, ma tra coloro che vogliono risparmiare c’è anche chi è disposto a mettersi in gioco e informarsi sull’autoproduzione.
Grazie ad essa, il prezzo delle bollette diminuisce perché si dimezza il servizio degli operatori e, quindi, anche il costo da pagare.
L’obiettivo che accomuna tutti i consumatori, infatti, è quello di essere liberi ed evitare spese sproporzionate: se poi questo avviene nel pieno rispetto dell’ambiente, non può che costituire un valore aggiunto considerevole.
 
Pare però, che a livello mondiale, questo tipo di investimenti stia un po’ calando ed è quanto riporta un report di Bloomberg New Energy Finance, in cui si dice appunto, che gli investimenti nel 2012 sono diminuiti dell’11% rispetto all’anno precedente, a causa soprattutto dell’incertezza nel quadro legislativo di alcuni mercati, come Stati Uniti, India, Spagna e Italia. Per i Paesi dell’Europa meridionale in particolare, a pesare negativamente su possibili nuovi investimenti, sono l’ammontare del debito pubblico ed i relativi provvedimenti di austerity. 
 
In Spagna sono state infatti annunciate moratorie per gli incentivi non ancora approvati, mentre in Italia la causa primaria delle contrazioni risiede nella normativa, varata dal governo Monti lo scorso luglio, che ha modificato il sistema degli incentivi, riducendo del 30% i sussidi per la produzione di energia elettrica da fonte solare. La contrazione degli investimenti ha colpito anche gli Stati Uniti, con una riduzione pari al 32%, e l’India, che ha effettuato i tagli a causa della mancanza di incentivi per l’eolico, e dell’esiguo numero di progetti approvati per il solare.
 
Nonostante questi dati negativi, Michael Liebreich, responsabile di Bloomberg New Energy Finance, ritiene eccessive le voci sulla morte del sostegno alle energie pulite, asserendo che la situazione avrebbe potuto essere ben peggiore. Gli investimenti per il 2012 sono stati infatti pari a 268,7 miliardi di dollari, e per quanto inferiori alla cifra record di 302,3 miliardi segnata nel 2011, restano comunque i più alti di sempre, pari a cinque volte la spesa effettuata nel 2004. Notizie positive arrivano poi da Cina, Sudafrica e Giappone, che dopo il disastro di Fukushima, ha avviato un nuovo programma di incentivi che hanno aiutato gli investimenti a crescere del 75%, segno che il mercato delle rinnovabili si sta rapidamente allargando.
 
Segnali contrastanti dunque, che implicano uno scarso interesse per alcuni investitori nei confronti delle energie alternative. Lo dimostrano i fondi di venture capital e private equity che hanno puntato decisamente poco su questo settore, ma anche le quotazioni in Borsa, scese del 57%. Anche se il 2013 si è aperto con una leggera ripresa, sul futuro delle rinnovabili pesa dunque l’entusiasmo perduto degli investitori, che bisognerà ritrovare se si vuole dare nuovamente vigore a questo importante settore.
Nel dettaglio, in Italia è stato introdotto il Quinto Conto Energia dal Governo Monti che ha di fatto, ridotto del 30% i sussidi per l’energia solare e ha destinato le altre fonti alla produzione di energia geotermica e quella prodotta dalle biomasse.
 
Gli incentivi vengono comunque dati dallo stato soprattutto alle famiglie più che alle imprese perché i grandi investimenti sulle rinnovabili effettuati dalle grandi industrie, per esempio, andavano ad assorbire tutte le risorse pubbliche destinate a questi scopi, non lasciando nessuna fetta incentivo per i privati.
Adesso, invece, con il quinto conto viene premiata l’autoproduzione e di conseguenza, l’autoconsumo: produrre energia pulita diventa indispensabile ai fini di un risparmio sia sui costi dell’energia che sugli sprechi dell’inquinamento tramite le emissioni.
Nel caso del Quinto Conto gli incentivi durano 20 anni e sono previsti anche dei premi sull’autoconsumo: infatti, l’energia autoprodotta che non viene consumata viene immessa nella rete e viene pagata.
SuperMoney
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