15/01/2013 - 19:29

Energia elettrica, il 25% deriva da fonti rinnovabili

Terna registra un sorprendente aumento nell’utilizzo di energie ecosostenibili, come fotovoltaico ed eolico. Consumi nazionali in calo.
Il consumo di energia è uno dei punti più critici per i consumatori odierni: sempre più sono i quelli che tentano di risparmiare sui costi dell’energia e lo fanno o diminuendo i consumi effettivi nell’arco della giornata o tentando di scegliere l’operatore più vicino alle esigenze personali di spesa.
Affinché questo avvenga e che il consumatore possa pagare di meno l’elettricità, è necessario confrontare sempre le proposte dei vari operatori poiché molte offrono tariffe vantaggiose, altri ancora propongo servizi energetici alternativi, che sono chiamati “sostenibili” per via dei loro vantaggi a lungo termine.
Secondo un rapporto Terna, il gestore della trasmissione dell’energia elettrica nazionale, più del 25% dell’energia in Italia è prodotta da fonti rinnovabili. Il dato si riferisce all’anno scorso e risulta in aumento con quanto registrato nel 2011, quando il contributo delle energie verdi (idroelettrica, geotermoelettrica, eolica e fotovoltaica) era pari al 19,7%.

Dal rapporto mensile sul sistema elettrico, emerge che il 25,4% dei Kwh elettrici prodotti a livello nazionale sono di provenienza da fonti rinnovabili (idroelettrico, geotermoelettrico, eolico, fotovoltaico), che in un anno sono state interessate da una crescita di ben cinque punti percentuali (nel 2011 il loro contributo ai fini della produzione energetica nazionale si fermava al 19,7%).

Le fonti rinnovabili che l’anno scorso sono state utilizzate per la produzione di energia elettrica sono state prevalentemente il fotovoltaico (+71,8%) e l’eolico (+34,2%). Il termoelettrico (-6,3%), il geotermoelettrico (-1,4%) e l’idroelettrico sono stati, invece, interessati dal trend opposto.

L’idroelettrico, nello specifico, si conferma come una risorsa energetica “di nicchia” in quanto poco sfruttata, nonostante le ampie potenzialità che può offrire. Una di queste consiste nell’utilizzare la quantità di energia prodotta in eccesso da impianti fotovoltaici ed eolici affinché questa non vada persa (può, per esempio, essere accumulata nel bacino degli impianti ed essere utilizzata per il pompaggio dell’acqua).

I dati diffusi da Terna rivelano, inoltre, che il consumo nazionale di energia si è ridotto, passando dai 334.640 GWh del 2011 ai 325.259 GWh dell’anno scorso (di cui il 13,2% è derivante da importazioni estere). Per quanto riguarda, infine, il lato dell’offerta, la produzione nazionale – demandata soprattutto agli impianti del Mezzogiorno (si stimano 15,8 miliardi di KWh prodotti nelle Regioni del Sud) e, in particolare, di Sicilia (1,25 miliardi) e Sardegna (1,63 miliardi) – è diminuita del 2,3%.7
I vantaggi di una produzione energetica sostenibile sono nel lungo termine, in quanto solo nell’arco degli anni il risparmio è concreto nelle bollette e solo negli anni la riduzione delle emissioni vedrà effetti reali: fino ad allora ogni consumatore dovrà essere pronto e cosciente ad un consumo e ad una produzione sostenibili per il futuro, si, ma soprattutto per il presente.
Un comportamento sano genera altri comportamenti sani e se la scelta sostenibile di un consumatore si diffonde, può diventare un trend e registrare (come dicono i dati sopra) degli effetti concreti, non solo nelle coscienze, ma anche nelle tasche delle persone e nell’ambiente in cui viviamo.
SuperMoney
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