01/01/2013 - 01:00

Maltempo: rischio gelo per i campi, il capitolo "energia" si impenna del 15%

La Cia preoccupata per le conseguenze del grande freddo sul settore. Allarme per il caos viabilità. Con temperature troppo sotto lo zero diminuisce la resa produttiva degli animali da latte.
L'agricoltura italiana comincia a fare i conti con l'ondata di maltempo che ha colpito l'Italia. Freddo, gelo e neve costano caro al settore primario, in termini di perdite e disagi: esplodono le spese per il riscaldamento delle serre e delle stalle, le produzioni orticole in campo aperto vanno in "tilt" con il pericolo di congelamento e blocco della crescita e al di sotto dei -2° di temperatura media giornaliera cala fino al 20 per cento la resa produttiva degli animali da latte. Ma quello che spaventa di più è sicuramente il "caos viabilità", che rallenta drasticamente il trasporto e la distribuzione dei prodotti, soprattutto quelli freschi. E' quanto afferma la Cia-Confederazione italiana agricoltori.

Il settore già sconta i danni provocati dal blocco dei tir, che è costato all'intera filiera agroalimentare oltre 200 milioni di euro, di cui la metà solo all'agricoltura. Ora la paura è quella di un nuova paralisi della circolazione autostradale -spiega la Cia- che avrebbe effetti diretti sui campi, visto che in Italia ben 9 prodotti agroalimentari su 10 viaggiano su gomma per arrivare dal campo alla tavola. Un problema che riguarda prima di tutto le aziende situate in aree interne e di montagna, dove gli agricoltori sono già al lavoro con i loro mezzi per liberare strade ed evitare il rischio "isolamento".

Intanto -aggiunge la Cia- il freddo polare sta già facendo lievitare la voce "energia". Il riscaldamento costante di serre e stalle, infatti, significa un ulteriore aggravio sui costi produttivi compreso tra il 10 e il 15 per cento. Una stangata vera e propria, tanto più che il prezzo del gasolio agricolo è aumentato nel giro di due anni del 130 per cento.
Marilisa Romagno
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