01/01/2013 - 01:00

Finanziaria 2011: taglio o non taglio le rinnovabili?

Sembra un quesito amletico dai toni giallo mistero quello sui presunti tagli agli incentivi per le fonti rinnovabili, contenuti nella manovra finanziaria 2011 e attualmente al vaglio del Presidente della Repubblica. Ma questi tagli ci sono o non ci sono? E a quanto ammontano? Le voci in merito sono discordanti.
 
C'è chi dice che il decreto legislativo contenga, di nuovo, tagli pari al 30% applicabili a tutti gli incentivi e benefici previsti sulle bollette elettriche e del gas, compresi i bonus sociali per gli indigenti e gli incentivi per le energie rinnovabili.
Le autorità in materia (il ministro dello Sviluppo Economico Paolo Romani e il ministro dell'Ambiente Stefania Prestigiacomo), però, smentiscono seccamente un eventuale inserimento della norma nel provvedimento.
 
In comunicato ufficiale, il ministro Romani ha precisato che "nel testo definitivo della manovra finanziaria inviato al Quirinale non c'è nessun taglio degli incentivi per le energie rinnovabili. Il Consiglio dei Ministri ha convenuto sull'eliminazione della riduzione del 30% di tutte le agevolazioni e incentivi che oggi gravano sugli oneri di sistema presenti sulle forniture di energia elettrica e gas".
"Non mi risulta che nel testo della "manovra" inviato al Quirinale sia stato reintrodotta la norma che prevede il taglio del 30% di incentivi e agevolazioni relative alle forniture di energia elettrica" ha confermato anche il ministro Prestigiacomo.
 
Preoccupate si dimostrano invece le associazioni ambientaliste.
In un comunicato il WWF sostiene l'insensatezza di un emendamento "che taglia del 30% tutti gli incentivi in bolletta e che rischia di ammazzare un settore, quello delle rinnovabili, che stava recuperando i ritardi del passato e sul quale sta puntando il mondo intero. Il provvedimento annunciato è del tutto privo di senso in quanto mette sullo stesso piano le rinnovabili e altre voci ormai desuete, arretrate e frutto di rendita di posizione che pesano davvero, e inutilmente, sulla bolletta". 
L'associazione chiede invece "che si taglino le voci vecchie e ingiustificate della bolletta elettrica, voci che nascondono vere situazioni di privilegio e parassitismo: dagli aiuti alle assimilate (prodotti di raffineria inclusi) con il famigerato CIP6, ai regali a grandi consumatori come premio per l'interrompibilità della fornitura, una voce che costa in bolletta circa 600 milioni di euro l'anno e che non ha senso oggi che la capacità di produzione elettrica è il doppio del massimo picco di domanda mai raggiunto; per non parlare delle compensazioni per il nucleare ormai chiuso 24 anni fa, e altre voci che certamente si scoverebbero nella "giungla" intricatissima bolletta.
 
Anche Legambiente si dichiara preoccupata: "la manovra prevede la cancellazione del patrimonio collettivo italiano e la distruzione della più sana e fiorente filiera economica. Con un accanimento senza precedenti e una miopia gravissima, il governo torna a colpire drammaticamente il settore delle fonti rinnovabili con un taglio del 30% di tutti gli incentivi e i benefici al comparto, tagliando così le gambe alle numerose imprese e condannando alla disoccupazione gran parte degli occupati. E non ci capisce, francamente, quale testo abbia letto il ministro Prestigiacomo che si ostina a dichiarare il contrario".
"Questo governo tratta il Paese come un'azienda sull'orlo del fallimento che cede gli immobili di proprietà, e sembra voler far cassa cedendo i suoi gioielli di famiglia, i beni paesaggistici e ambientali che dovrebbero essere comuni, affidandosi solo al giudizio di congruità economica da parte dell'Agenzia del Demanio - ha dichiarato il presidente nazionale di Legambiente Vittorio Cogliati Dezza -. Ma chi sta per fallire non ha più la capacità di investire sul futuro, e così ancora, questo governo ha deciso di cancellare la filiera più sana e fiorente del Paese, eliminando ogni possibilità di crescita e sviluppo al settore delle energie pulite. Tutto ciò, nonostante il Quarto conto energia e l'esito del recente referendum, che ha sancito la volontà popolare di cancellare il nucleare e puntare sulle fonti pulite".
 
Gli interessati potranno verificare di persona leggendo il testo del Decreto legge recante "Disposizioni urgenti per la stabilizzazione finanziaria" disponibile qui.
 
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Lisa Zillio
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