01/01/2013 - 01:00

Legambiente: rinnovabili minacciano ritorno al nucleare

In Italia crescono le rinnovabili ma il governo continua a sostenerne l'inadeguatezza nell'assicurare una reale crescita della produzione energetica. Che le rinnovabili siano una minaccia al ritorno del nucleare in Italia?
 
Secondo Legambiente le recenti dichiarazioni dei ministri Prestigiacomo e Romani dimostrano chiaramente la scelta del governo di voler cancellare le rinnovabili dal futuro dell'Italia proprio perché metterebbero a rischio gli investimenti nel nucleare: "Altro che due scenari che viaggiano in parallelo, come sostenuto finora, per i paladini del nucleare fermare le rinnovabili è oggi una priorità".
 
A confermare quest'ipotesi ci pensano i dati forniti da Terna e contenuti in alcune anticipazioni del rapporto Comuni Rinnovabili 2011 redatto da Legambiente.
Nello scorso anno, infatti, si è assistito a una forte crescita della produzione da rinnovabili che è arrivata a coprire il 22,1% dei consumi elettrici complessivi italiani (importazioni e pompaggi inclusi), e oltre il 25% della produzione elettrica nazionale grazie a idroelettrico, eolico, fotovoltaico, biomasse, geotermia
Analizzando i dati nel dettaglio si capisce come sia cresciuto il contributo dell'eolico (8.374 GWh, +29% rispetto al 2009) e del fotovoltaico (1.600 GWh, +136%), ma anche delle biomasse (6.500 GWh, +10%) mentre l'idroelettrico è rimasto stabile a quota 49.369 GWh. 
 
"Di fronte a quanto sta accadendo in Giappone e alle conseguenti reazioni di molti altri paesi che hanno prontamente deciso di rivedere i programmi energetici frenando il nucleare, risulta ancor più incomprensibile il comportamento del governo italiano che vuole invece condannare alla chiusura centinaia di imprese delle rinnovabili, floride e produttive, mandando a casa migliaia di occupati specializzati nelle più moderne tecnologie, attraverso un decreto che cancella qualsiasi certezza nel futuro" ha dichiarato Edoardo Zanchini, responsabile energia di Legambiente durante la manifestazione di ieri indetta da ambientalisti e imprese del solare di fronte al ministero dello Sviluppo Economico.
 
"Servono risposte immediate per dare futuro all'industria dell'energia pulita perché sarebbe assurdo schiacciare un settore che nel 2010 ha avuto un vero e proprio boom e che, sostenuto adeguatamente, potrebbe arrivare al 2020 al 35% dei consumi elettrici italiani e, vista la continua riduzione dei costi delle tecnologie, spazzare via qualsiasi ipotesi di investire nei pericolosissimi e costosi impianti nucleari" ha concluso Zanchini. 
 
 
Lisa Zillio
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