01/01/2013 - 01:00

Il futuro dell'energia è il mare, più affidabile di eolico e solare

Onde, maree e correnti potrebbero soddisfare il 20% dell'attuale domanda mondiale. L'energia ricavabile dal mare tramite il moto ondoso, le maree e le correnti ha una potenzialità doppia rispetto a tutta l'energia nucleare prodotta attualmente nel mondo. Ma occorreranno ancora anni per sviluppare tecnologie economiche.
Lo rivela uno studio realizzato da Frost & Sullivan, ma che avverte nello stesso tempo che saranno necessari almeno almeno altri 5-10 anni prima che le tecnologie escano dalla fase dimostrativa e i costi inizino a scendere e rendere l'energia marina concorrenziale ed economica rispetto alle altre fonti. La ricerca mette in luce che l’energia tratta dal mare costituisce una risorsa più affidabile e prevedibile rispetto all’eolico o al solare, con un potenziale in grado di soddisfare il 20% dell’attuale domanda elettrica mondiale.

Già ora governi e aziende stanno investendo molto nel settore. La Gran Bretagna ha stanziato decine di milioni di sterline in diversi progetti e nella ricerca. Con la crisi finanziaria però c’è stato un rallentamento e alcuni progetti sono stati messi in attesa o abbandonati, come l’impianto da 9 milioni di euro per sfruttare il moto ondoso che doveva essere realizzato ad Agucadoura in Portogallo. L’ostacolo maggiore sono gli ingenti investimenti necessari: attualmente il costo di un megawatt di potenza per un impianto a moto ondoso è di circa 2,4 milioni di euro. Si tratta di un valore elevato, «ma non più di quello di altre tecnologie già ampiamente sovvenzionate», sostiene il rapporto.

A livello mondiale l’energia marina ha un potenziale stimato in 6 mila terawattora annui (ossia il doppio di quanto produce tutto il nucleare del mondo) per gli impianti a moto ondoso e di altri 700 TWh per quelli alimentati dalle maree: un mercato che potrebbe arrivare a mille miliardi di dollari. Tra i vantaggi di questa fonte, rispetto alle altre rinnovabili come eolico e solare, c’è la maggiore prevedibilità della produzione.
Intanto ricercatori dell'Università delle Hawaii a Manoa hanno detto che la zona sottovento dell'arcipelago sarebbe il posto ideale per impianti futuri basati sull'energia marina, secondo un articolo apparso sul Journal of Renewable and Sustainable Energy. La tecnologia, chiamata Otec (Ocean Thermal Energy Conversion), sfrutta la differenza di temperatura tra le acque superficiali calde e quelle profonde fredde.
Marilisa Romagno
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