01/01/2013 - 01:00

Certificati Verdi: l'articolo 45 rimane

Non verrà cancellato il tanto contestato articolo 45 della manovra finanziaria 2010 che prevede l'eliminazione dell'obbligo del GSE di riacquistare i certificati verdi invenduti.
Emma Bonino, vicepresidente del Senato, si è schierata a favore dell'articolo 45 dichiarando che: "L'articolo 45 della Manovra Tremonti, che i gruppi parlamentari di ogni colore politico intendono sopprimere, riduce il costo delle bollette elettriche degli italiani di circa 600 milioni di euro nel solo 2010."

"La soppressione dell'articolo 45 ha infiniti sostenitori - ha continuato la leader radicale - dalla Confindustria, che non capisco come giustifichi questa sua posizione con le PMI, alla CISL. Ancora di più mi insospettisce il fatto che al Senato siano stati presentati ben 18 emendamenti soppressivi della norma, da parte di senatori di tutti i Gruppi parlamentari. Alcuni di questi emendamenti hanno un dispositivo di copertura per maggiori spese o minori entrate, segno che qualcuno gli ha presentati dietro pressione, magari "a propria insaputa", tanto per usare una formula oggi in voga".
"Allora bisogna essere chiari: l'attuale obbligo di riacquisto dei Certificati Verdi ha trasformato questi titoli in bond garantiti non dallo Stato, ma dalle bollette degli italiani. Invece di essere contrattati sul mercato e quindi avere un prezzo variabile, i CV sono a prezzo fisso, tanto poi alla fine ci sono i fessi che pagano. Senza toccare tutte le altre agevolazioni che spettano alle rinnovabili Tremonti ha semplicemente detto: "avete voluto il mercato elettrico? Mercato sia, allora...". Di fatto ha abolito il prezzo fisso dei CV e facendo questo ha abolito una ingiustificata rendita di posizione e uno stimolo alla speculazione sulle rinnovabili. L'opposizione dell'opposizione questa volta è francamente incomprensibile", ha concluso Emma Bonino.

Opinione diametralmente diversa quella espressa dai senatori del Pd Roberto Della Seta e Francesco Ferrante che hanno ribadito come "la misura proposta dal governo nella manovra finanziaria non porta un euro in più nelle casse dello Stato, e quanto al presunto vantaggio per gli utenti elettrici, esso sarebbe largamente annullato dal danno, in termini di costi ambientali e anche in termini economici, che deriverebbe al nostro paese e dunque a tutti i cittadini e alle imprese dal mancato raggiungimento degli obiettivi europei di sviluppo delle energie pulite".

Unica modifica: la proposta del presidente della Commissione Bilancio del Senato, Antonio Azzollini, di un emendamento per introdurre l'obbligo di assegnare a università e ricerca due terzi dei risparmi prodotti dalla norma (circa 400 milioni su 600 milioni) e usare la quota restante per ridurre il prezzo dell'enegia elettrica nelle bollette dei consumatori, secondo criteri e modalità stabiliti dal Ministero dello Sviluppo economico.
La misura sarà valida dalla seconda metà del 2010 e nei tre anni successivi.
Il ddl verrà definitivamente discusso in Aula il prossimo 6 luglio 2010.
Lisa Zillio
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