01/01/2013 - 01:00

La sfida energetica è una lotta contro il tempo

Nel corso della manifestazione Green Social Festival, le aziende, con le loro testimonianze, idee e proposte si sono confrontate con i vertici delle grandi associazioni ambientaliste sul tema delle energie.
"Il nucleare sarà una grandissima tassa che pagheremo - ha detto il presidente di Wwf Italia Stefano Leoni - per costruire 5 centrali serviranno 25-30 miliardi, e non sapremo mai se e quando avremo ritorni. Togliere questi fondi ad altri settori, come quello delle energie rinnovabili, significa negare loro il futuro". La più grande rivoluzione democratica che si può raggiungere è quella dell'autonomia nella produzione dell'energia - ha aggiunto Leoni - il futuro, dunque, non è il nucleare".
"Abbiamo di fronte una sfida enorme in cui il fattore tempo è decisivo - aggiunge Giuseppe Onufrio, direttore di Greenpeace. Da più di dieci anni Greenpeace produce scenari per capire cosa può fare ogni filiera per intervenire positivamente negli equilibri del pianeta. Se ci salveremo sarà anche grazie ai chip e all'elettronica, un grande sostegno per l'efficienza energetica e per la diffusione delle energie rinnovabili. Ma la classe politica e dirigenziale non è all'altezza della grande sfida ambientale."
"Cresce sempre di più l'ipotesi della costruzione di un'economia a basse emissioni di CO2 - conclude Vittorio Cogliati Dezza, presidente Legambiente nazionale - un'ambiziosa scommessa che richiede la consapevolezza e la cooperazione dei popoli a livello mondiale. Finora il grande punto di debolezza è stato il mancato ruolo di traino dell'Europa, ma abbiamo il dovere di essere ottimisti per combattere la lotta ai cambiamenti climatici e riteniamo il nucleare la risposta più sbagliata per rispondere alla crisi economica".
 
Tommaso Tautonico
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