01/01/2013 - 01:00

Nucleare, Scajola: Bollette più leggere del 25-30% con centrali

Con il ritorno del nucleare in Italia arriveranno anche i tagli alle bollette. Parola del ministro dello Sviluppo economico Claudio Scajola. Intervistato dal Giornale, il numero uno del dicastero di Via Molise ha quantificato in un 25-30 per cento il risparmio che gli italiani potranno attendersi con una quota del 25 per cento di energia prodotta attraverso l'atomo.
"Il ritorno al nucleare è un punto essenziale del programma del governo Berlusconi - sottolinea il ministro -; e come ha detto Giulio Tremonti, l'Italia ha due grandi anomalie economiche: l'elevato debito pubblico e l'alto costo dell'energia che penalizza famiglie e imprese". A scansare qualsiasi dubbio sulla localizzazione dei siti saranno gli incentivi decisi dal governo nell'ultimo provvedimento varato in settimana dal Consiglio dei ministri: "Una volta che l'impianto nucleare sarà entrato in esercizio, il beneficio economico sarà commisurato all'energia elettrica prodotta e immessa in rete, pari a 0,4 euro per MWh da corrispondere a imprese e cittadini sulla base dei criteri definiti dagli enti locali interessati", ha ricordato Scajola che ieri è stato protagonista insieme al ministro dell'Ambiente Stefania Prestigiacomo di uno scambio di polemiche - poi rientrate con l'accoglimento dei rilievi, circa 60, formulati dalla titolare del dicastero di via Cristoforo Colombo - su alcune disposizioni del provvedimento che riguarda appunto i criteri di localizzazione dei siti delle centrali nucleari. Appena varato infatti, il testo non era piaciuto alla Prestigiacomo, tanto da costringere il ministro a inviare una lettera al Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, Gianni Letta dal tono perentorio: o si cambiano alcune disposizioni o, scriveva il ministro, non firmerò il provvedimento. Oggetto delle richieste della titolare dell'Ambiente era stato in particolare il comma 7 dell'articolo 13 sulle Autorizzazioni integrate e le Valutazioni di impatto ambientale che, secondo quanto recita il provvedimento, non possono mettere in discussione quanto già deciso in sede di Valutazione strategica (Vas) o alla valutazione dell'Agenzia nell'ambito della localizzazione del sito.
A convincere eventuali "scettici" su un ritorno dell'Italia alla produzione di energia nucleare, secondo Scajola, potrebbe pensarci invece il presidente Usa Barack Obama "molto amato anche dai sedicenti 'progressisti', tra i quali vi è la gran parte degli oppositori al nucleare. Il Piano per l'economia verde varato a Washington prevede, insieme a un forte impulso alle energie rinnovabili, il rilancio del nucleare nel Paese dove sono già attive oltre 100 centrali. D'altra parte - chiarisce il ministro -, nel mondo oggi sono in funzione circa 450 reattori, altri 40 sono in costruzione e ancora 50 sono in progettazione". Scajola non esclude nemmeno che nella partita del nucleare italiano possano entrare altri protagonisti oltre a Enel e a Edf: "Non è una scelta che compete a noi. Il governo, però, si augura che diversi operatori partecipino alla realizzazione del piano nucleare italiano. So che altre imprese, come Ansaldo Nucleare, Westinghouse, E.On e A2a stanno valutando di entrare nel settore". In ogni caso, la strada intrapresa dal governo non intaccherà lo sviluppo di eolico e fotovoltaico: "Un'altra idea sbagliata è che le rinnovabili e il nucleare siano alternativi. Non è così. Sono, invece, due fonti complementari, non solo perché entrambe rispettano l'ambiente, ma anche perché i costi contenuti e costanti del nucleare consentiranno di finanziare lo sviluppo delle rinnovabili, che sono fonti ancora costose e richiedono sussidi pubblici che pesano sulle bollette", ha concluso Scajola. (fonte: il velino.it)
 
Riccardo Bandello
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