01/01/2013 - 01:00

Il MIT: produrre enrgia dagli alberi, ora è possibile

L'esperimento condotto dai ricercatori del Massachusetts Institute of Technology (MIT), dimostra che basta mettere un elettrodo su una pianta e un altro nel terreno per ottenere una scarica di circa 200 millivolt.
Da anni esiste una scienza che si occupa di questo, è la elettrofisiologia radicale ma quello provato dai ricercatori del MIT (Massachusetts Institute of Technology) non era mai stato provato fino ad ora. Mattendo un elettrodo su una pianta e un altro nel terreno per ottenere una scarica di circa 200 millivolt, tanto basta per tenere in funzione, ad esempio, piccole apparecchiature antincendio, trasformando boschi e foreste in guardiani di se stessi. "Per quel che ne sappiamo - spiega il professor Babak Parviz, docente di ingegneria elettrica presso l'Università di Washington e coautore dello studio - è la prima volta che si riesce a produrre energia esclusivamente mettendo degli elettrodi negli alberi".
Il professor Francesco Ferrini, direttore del dipartimento di Ortoflorofrutticoltura dell'università di Firenze spiega che si tratta di una scoperta interessante generata da un meccanismo molto semplice. La durata media della vita di un essere umano è inferiore a quella degli alberi. Una quercia può vivere anche 1000 anni, un leccio o un rovere fino a 500, e i tempi di reazione, a fronte di un qualunque tipo di esperimento, sono quindi molto dilatati. I ricercatori americani sono partiti analizzando la parte degli alberi che si deteriora più velocemente, le foglie: il professor Carlton Himes, altro membro del team che ha realizzato la scoperta, ha trascorso un'intera estate studiando le foglie d'acero, molto comuni in America, e il processo di fotosintesi clorofilliana.
Il meccanismo di trasformazione della linfa grezza in linfa elaborata genera una quantità di energia che è possibile intercettare e incanalare, ed è proprio questo che i ricercatori hanno fatto, costruendo un convertitore ad hoc. Gli studiosi hanno anche inserito nel dispositivo un orologio capace di alimentarsi con l'energia prodotta dall'albero e di riattivare il circuito a scadenze prestabilite, in modo da creare un meccanismo che si autoalimenta e non si spegne mai. Proprio come il circuito vitale degli alberi. L'apparecchio nel corso dell'esperimento ha consumato circa 10 nanowatt.
Il professor Babak Parviz, docente di ingegneria elettrica presso l'Università di Washington e coautore dello studio, commenta che i risultati ottenuti sono molto diversi dai normali generatori di energia vegetali, come ad esempio quelli ottenuti dalla patata, perchè sfruttano non una reazione chimica tra sostanze diverse ma l'energia stessa dell'albero.
Una nuova tecnologia che non sostituisce, per ora, le odierne centrali solari ed eoliche ma che stabilisce, o magari lo farà, un legame diverso tra noi e gli alberi.
Tommaso Tautonico
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